Solo Deo Gloria – Gloria solo a Dio – Domenica 10 Dicembre 2017

R. Dumaguit

Un ragazzo stava pedalando velocemente con la sua bicicletta lungo una strada di Kampala, in Uganda. Mentre viaggiava, gli occhi di tutti gli astanti e passanti erano concentrati su di lui perchè la sua bicicletta era uno spettacolo insolito: era piena di specchietti laterali. All’improvviso, lui sbattè contro un palo elettrico e cadde a terra vicino il marciapiede con molto dolore, patendo alcune abrasioni e ferite minori. Fortunatamente, un turista americano fu in grado di aiutarlo rapidamente e sollevarlo da terra. Il turista poi gli chiese, “perchè hai tanti specchietti laterali sulla tua bici? E perchè non guardavi avanti mentre correvi con la bicicletta?” Il ragazzo rispose, “sa, mentre correvo volevo vedere tutto il mio splendore attraverso i specchietti laterali!” 

LA VANITA’ UMANA E LE SUE CONSEGUENZE

Gli esseri umani hanno la tendenza di adorare e glorificare loro stessi, specialmente se sono benedetti con ricchezze, forza eccezionale, grandi conseguimenti educazionali, oppure altri imponenti risultati. Le persone sono ossessionate dal battere i record per distinguersi dai loro pari; annualmente sono catalogati in un libro chiamato Il Guinnes Mondiale dei primati. Tristemente, guardando indietro nella storia umana, scopriamo che questa sindrome della vanità scaturisce dalla tendenza verso il male che abbiamo ereditato dai nostri avi. L’apostolo Pietro disse che noi siamo stati riscattati dal nostro vano modo di vivere ricevuto dalla tradizione dai nostri padri (1 Pietro 1:18) e il re Davide aggiunse che “io sono stato formato nell’iniquità e mia madre mi ha concepito nel peccato” (Salmi 51:5). La porta di questa cattiva tendenza dell’auto-glorificazione fu aperta tanto tempo fa nel giardino dell’Eden. “Il risultato del mangiare dell’albero della conoscenza del bene e del male è manifesto in ogni esperienza umana. C’è nella sua natura una tendenza al male, una forza alla quale, senza un aiuto, non possiamo resistere.”1

In ogni vita umana, senza l’aiuto divino, è impossibile essere liberi da questo problema – se uno è ricco o povero, onorevole o comune, istruito o senza istruzione, giovane o vecchio. Questa tendenza sarà sempre manifesta nel nostro comportamento in un livello più o meno grande. La Bibbia ci dice che tutti “parlano con labbra adulatrici e con un cuore doppio” (Salmi 12:2) e che “l’Eterno conosce i pensieri dell’uomo e sa che sono vani” (94:11).

E’ importante notare che “Dio non darà ascolto a discorsi vuoti, e l’Onnipotente non vi farà attenzione” (Giobbe 35:13) perchè “non c’è niente di così offensivo per Dio o così pericoloso per l’anima umana che l’orgoglio e l’auto-sufficienza. Di tutti i peccati è il più terribile, il più incurabile.”2 L’orgoglio dell’opinione, la presunzione “esistono nella via di ogni crescita. Quando un uomo ha difetti di carattere, eppure non riesce a rendersene conto; quando è così imbevuto dell’auto-sufficienza che non può vedere il suo errore, come può essere purificato? ‘Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati’ (Matteo 9:12). Come può uno migliorare quando pensa che le sue vie sono perfette?”3

Indulgere nell’orgoglio e nell’egocentricità diventa molto pericoloso quando raggiungiamo il punto di prendere per noi stessi la gloria che appartiene unicamente a Dio. Il re Nebucadnetsar, il re di Babilonia, aveva la sua sindrome di vanità. Ricordatevi la storia di come egli cedette ad essa, come patì le amare conseguenze e come alla fine imparò a riconoscere quella gloria che veramente appartiene solo a Dio? (Vedi Daniele 4:29-37.)

LA GLORIA APPARTIENE SOLO A DIO

Nell’anno 1847, un dottore di Edinburgo, in Scozia, Sir James Simpson, scoprì che il cloroformio poteva essere usato come un anestetico per rendere le persone insensibli al dolore durante le operazioni chirurgiche. Dai suoi primi esperimenti, il dottor Simpson rese possibile per le persone passare attraverso le operazioni più dolorose senza timore del dolore e della sofferenza. Alcune persone sostenevano persino che la sua fu la più importante scoperta della medicina moderna.

Alcuni anni dopo, mentre dava una lezione all’Università di Edinburgo, al dottor Simpson fu chiesto da uno dei suoi studenti: “Cosa considera che sia la scoperta più preziosa della sua vita?” Per sorpresa dei suoi studenti, che si aspettavano che dicesse il cloroformio, il dottor Simpson rispose: “la mia scoperta più preziosa è stata quando appresi che io ero un peccatore e che Gesù Cristo era il mio Salvatore.”

Similmente, l’apostolo Paolo, mentre considerava la sua impressionante vita passata, concluse che tutti i risultati raggiunti fino ad allora erano senza valore quando egli incontrò Cristo. “Benchè io avessi di che confidare anche nella carne; se qualcun altro pensa di poter confidare nella carne, io ancor di più: sono stato circonciso l’ottavo giorno, sono della nazione d’Israele, della tribù di Beniamino, Ebreo di Ebrei; quanto alla legge, fariseo” (Filippesi 3:4, 5).

“Sono essi Ebrei? Lo sono anch’io. Sono essi Israeliti? Lo sono anch’io. Sono essi progenie di Abrahamo? Lo sono anch’io. Sono essi ministri di Cristo? Parlo da stolto, io lo sono più di loro; nelle fatiche molto di più, nelle battiture grandemente di più, molto più nelle prigionie e spesso in pericolo di morte. Dai Giudei ho ricevuto cinque volte quaranta sferzate meno una. Tre volte sono stato battuto con le verghe, una volta sono stato lapidato, tre volte ho fatto naufragio, ho trascorso un giorno e una notte sull’abisso. Sono stato spesse volte in viaggio fra pericoli di fiumi, pericoli di ladroni, pericoli da parte dei miei connazionali, pericoli da parte dei gentili, pericoli in città, pericoli nel deserto, pericoli in mare, pericoli fra falsi fratelli” (2 Corinti 11:22-26).

“Ma le cose che mi erano guadagno, quelle ho ritenute una perdita a causa di Cristo. Anzi, ritengo anche tutte queste cose essere una perdita di fronte all’eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho perso tutte queste cose e le ritengo come tanta spazzatura per guadagnare Cristo” (Filippesi 3:7,8, enfasi aggiunta).

“Anche se il lavoro temporale e le ricchezze e la potenza sono i grandi obiettivi di ambizione per gli uomini di questo mondo, il Signore indica qualcosa di più degno delle nostre più alte aspirazioni:

“Così dice l’Eterno: ‘Il savio non si glori della sua sapienza, il forte non si glori della sua forza, il ricco non si glori della sua ricchezza, ma chi si gloria si glori di questo: di aver intendimento e di conoscere me, che sono l’Eterno, che esercita la benignità, il giudizio e la giustizia sulla terra; poiché mi compiaccio in queste cose’, dice l’Eterno’ (Geremia 9:23,24).”4

PERCHE’ EGLI E’ IL NOSTRO CREATORE

Sin dall’inizio del peccato, la razza umana ha inventato molte diverse cose per adorare e glorificare. Alcuni adorano la luna, le stelle, il sole, il fiume, gli alberi e varie cose nella natura. In certe culture e religioni, un semplice essere umano è esaltato come un dio e gli si dà rispetto, onore e gloria uguali a quelli che si danno al vero Dio. Nei tempi antichi e persino in quelli moderni, alcuni hanno degli oggetti scolpiti nel legno, nelle pietre o nei metalli preziosi, messi in luoghi di culto e si inchinano davanti ad essi, glorificandoli e adorandoli. Ma il Signore non ci ha lasciati nelle tenebre riguardo la completa futilità e peccato di tali pratiche. (Vedi Isaia 44:8-21).

In vista del fatto che Dio è il nostro Creatore e che noi siamo le Sue creature,  per dovere siamo vincolati a dare “la gloria dovuta al suo nome; adorate l’Eterno nello splendore della sua santità” (Salmi 29:2). Noi dovremmo stare pronti nel dire, “non a noi, o Eterno, non a noi ma al tuo nome dà gloria, per la tua benignità e per la tua fedeltà” (115:1). E alla fine dobbiamo insegnare alla gente questo: “temete Dio e dategli gloria, perchè l’ora del suo giudizio è venuta; e adorate colui che ha fatto il cielo, la terra, il mare e le fonti delle acque” (Apocalisse 14:7).

PERCHE’ EGLI E’ IL NOSTRO REDENTORE

Restituire a Dio la gloria è collegato con il Suo grande piano di salvezza dell’umanità caduta. Quando Adamo cadde, tutta l’umanità cadde. L’apostolo Paolo spiegò: “come per una sola trasgressione la condanna si è estesa a tutti gli uomini” (Romani 5:18). “Riguardo al primo Adamo, gli uomini ricevono da lui niente altro che la colpa e la sentenza di morte.”5

Eppure, non appena entrò il peccato, il piano di redenzione fu subito eseguito. “La Deità fu commossa dalla pietà per la razza e il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo si diedero all’esecuzione del piano di redenzione. Al fine di eseguire pienamente il suo piano, fu deciso che Cristo, l’unigenito Figlio di Dio, si sarebbe donato come offerta per il peccato.“6

“Tramite la Sua incarnazione, Cristo fu reso pienamente adeguato a mettere l’uomo dove non sarebbe stato più un escluso.”7 Quando Cristo prese la forma umana, Egli divenne “il rappresentante della razza.”8

“Nessuno deve abbandonarsi allo scoraggiamento e alla disperazione. Satana può venire a voi con il crudele suggerimento, “il tuo caso è senza speranza. Sei irrimediabile.’Ma c’è speranza per te in Cristo. Dio non ci ordina di vincere con le nostre forze. Ci chiede di avvicinarci al Suo fianco. Qualsiasi siano le difficoltà nelle quali lavoriamo e che appesantiscono l’anima e il corpo, Egli si aspetta di renderci liberi.

“Colui che prese l’umanità su di sé sa come simpatizzare con le sofferenze dell’umanità. Non solo Cristo conosce ogni anima e le necessità peculiari e le prove di quell’anima, ma Egli conosce anche tutte le circostanze che irritano e rendono perplesso lo spirito. La Sua mano è stesa nella pietosa tenerezza per ogni figlio sofferente. Coloro che soffrono di più hanno più della Sua simpatia e pietà. Egli è toccato dal sentimento delle nostre infermità e desidera che noi mettiamo le nostre perplessità e i nostri problemi ai Suoi piedi e li lasciamo lì.

“Non è saggio guardare a noi stessi e studiare le nostre emozioni. Se facciamo questo, il nemico presenterà difficoltà e tentazioni che indeboliranno la fede e distruggeranno il coraggio. Studiare strettamente le nostre emozioni e liberare i nostri sentimenti significa nutrire il dubbio e coinvolgerci nelle perplessità. Noi dobbiamo distogliere lo sguardo dall’io e guardare a Gesù.”9

Il nostro problema più grande è che ognuno di noi è nato nel peccato e noi tutti siamo privi della gloria di Dio. Come possiamo noi, che la Parola di Dio ha condannato come peccatori, essere trovati senza colpa? La nostra unica sicurezza per la redenzione è “in Cristo Gesù, il quale da Dio è stato fatto per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione, affinchè, come sta scritto: ‘chi si gloria, si glori nel Signore” (1 Corinti 1:30,31).

EGLI E’ IL NOSTRO SANTIFICATORE

Gli esseri umani nella loro propria forza mortale non possono ubbidire perfettamente alla legge di Dio, che è “santa, giusta e buona” (Romani 7:12). Di conseguenza, nessuno di noi è giusto (Romani 3:10), perchè “tutte le nostre opere di giustizia sono come un panno sporco.” (Isaia 64:6). Ma quello che non possiamo compiere, Cristo ha fatto per noi. Assumendo la natura umana e prendendo la carne umana, Egli ha sviluppato un carattere perfettto attraverso l’ubbidienza ai comandamenti di Dio. L’apostolo Paolo spiega: “e trovato nell’esteriore simile ad un uomo, abbassò se stesso, divenendo ubbidiente fino alla morte e alla morte di croce” (Filippesi 2:8). “Però Gesù, venendo sulla terra come uomo, ha vissuto una vita santa e ha sviluppato un carattere perfetto. Egli offre tutto questo in dono a coloro che vogliono riceverlo.“10

E’ interessante capire che “i servizi religiosi, le preghiere, la lode, la penitente confessione del peccato salgono dai veri credenti come incenso al santuario celeste, ma passando attraverso i corrotti canali dell’umanità, essi sono così contaminati che se non sono purificati dal sangue, non possono mai essere di valore per Dio. Essi ascendono non nella purezza immacolata e se l’Intercessore, che è alla destra di Dio, non presenta e non purifica tutto tramite la Sua giustizia, non sono accettabile da Dio. Tutto l’incenso dai tabernacoli terreni deve essere mescolato con le gocce purificatrici del sangue di Cristo. Egli tiene davanti al Padre il turibolo dei Suoi meriti, nei quali non c’è macchia di corruzione terrena. Egli raccoglie nel suo turibolo le preghiere, la lode e le confessioni del Suo popolo e con queste Egli mette la Sua immacolata giustizia. Allora, profumato dei meriti della propiziazione di Cristo, l’incenso sale davanti a Dio completamente e interamente accettabile. Poi ritornano le misericordiose risposte.

“O, che tutti possano vedere che tutto nell’ubbidienza, nella penitenza, nella lode e nel ringraziamento, deve essere messo sul fuoco purificatore della giustizia di Cristo. La fragranza di questa giustizia ascende come una nuvola intorno al trono di grazia.”11

“Cristo venne per renderci ‘partecipi della natura divina,’ e la Sua vita dichiara che l’umanità, combinata con la divinità, non commette peccato.”12 “Se potessimo vedere tutta l’attività dei mezzi umani, come appare davanti a Dio, vedremmo che solo l’opera compiuta con molta preghiera, che è santificata dai meriti di Cristo, resisterà alla prova del giudizio.”13 “Lo sforzo umano senza il merito di Cristo è senza valore.”14 “E’ la fragranza del merito di Cristo che rende le nostre buone opere accettabili a Dio… Le nostre opere in se stesse non hanno alcun merito.”15

“Dio non sarà compiaciuto di niente di meno che il meglio che noi possiamo offrire. Coloro che Lo amano con tutto il cuore, desidereranno dargli il miglior servizio della vita ed essi cercheranno costantemente di portare ogni forza del loro essere in armonia con le leggi che promuoveranno la loro capacità di fare la Sua volontà.” 16 “Poiché Dio è colui che opera in voi il volere e l’operare, per il suo beneplacito” (Filippesi 2:13, enfasi aggiunta). Nel fare così “l’anima perdonata va di grazia in grazia, di luce in maggior luce. Egli può dire con gioia, ‘non per opere giuste che noi avessimo fatto, ma per la sua misericordia’ (Tito 3:5).”17 

PERCHE’ EGLI E’ IL NOSTRO FORNITORE

Cristo dichiara: “osservate gli uccelli del cielo; essi non seminano, non mietono e non raccolgono in granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete voi molto più di loro?” (Matteo 6:26). “Siamo debitori alla morte del Cristo perfino della vita terrena. Il pane che mangiamo ci è stato procurato dal suo corpo spezzato. L’acqua che beviamo è stata pagata con il Suo sangue sparso. Nessun uomo, santo o peccatore che sia, mangia il suo cibo quotidiano se non tramite il corpo e il sangue del Cristo. La croce del Calvario ha lasciato la sua impronta su ogni briciola di pane e si riflette in ogni sorgente di acqua. Gesù ci ha insegnato tutto questo scegliendo i simboli del suo grande sacrificio. La luce che brilla dalla Cena celebrata nella camera alta, conferisce sacralità agli alimenti necessari per il nostro sostentamento quotidiano. La tavola di famiglia diventa la tavola del Signore, e ogni pasto assume un valore sacro.”18

“Il nostro Signore si adatta alle nostre necessità speciali. Egli è un’ombra alla nostra destra. Egli cammina vicino al nostro fianco, pronto per supplire a tutte le nostre necessità. Egli viene molto vicino a coloro che sono impegnati nel servizio volontario per Lui. Egli conosce ognuno per nome. Oh, che assicurazioni abbiamo del tenero amore di Cristo.”19 L’apostolo Paolo enfatizza che “Dio supplirà ad ogni vostro bisogno secondo le Sue ricchezze in gloria, in Cristo Gesù” (Filippesi 4:19). “Quando il Signore ci dà un compito da fare, non fermiamoci a domandarci sulla ragionevolezza del comando o del probabile risultato dei nostri sforzi di ubbidirgli. Può sembrare che nelle nostre mani la soddisfazione delle nostre necessità venga molto meno; ma nelle mani del Signore sarà più che sufficiente.”20 “Tutti i nostri problemi possiamo portarli a Dio. La Sua mano di amore infinito è pronta a supplire alle nostre necessità. Quanto grato sono che abbiamo solo un giorno per vivere alla volta. Un giorno per mantener salde le nostre anime, un giorno per vegliare, un giorno per progredire nella vita spirituale e così i nostri giorni possono essere fruttiferi e preziosi.”21 

CONCLUSIONE

Per essere in grado di dare veramente tutta la gloria a Dio, come peccatori pentiti, noi dobbiamo distogliere lo sguardo da noi stessi e fissare i nostri occhi su “l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo” (Giovanni 1:29) – e contemplandolo, diventiamo cambiati. La paura è mutata in gioia, i dubbi in speranze. Scaturisce la gratitudine. Il cuore di pietra è spezzato. Un’onda di amore entra nell’anima. Cristo è nel cuore rinnovato – una fonte di acqua che sgorga in vita eterna.

“Quando contempliamo Gesù, l’uomo che ha sperimentato dolore e sofferenza mentre opera per la salvezza dei perduti, disprezzato, schernito, deriso, pronto ad andare da una città a un’altra, fino al compimento della sua missione; quando noi lo contempliamo nel Getsemani mentre suda gocce di sangue, sulla croce nell’agonia della morte; quando lo contempliamo così, allora il nostro io non cerca più la propria esaltazione. Guardando Gesù ci vergogniamo della nostra freddezza, del nostro torpore, del nostro egoismo. Siamo lieti di essere qualsiasi cosa o anche niente, per adempiere con tutto il cuore il servizio del Maestro. Ci rallegriamo di portare la croce dietro a Gesù e sopportare prove, offese e persecuzioni per il suo amore.”22

“Quando i redenti staranno alla presenza di Dio, vedranno quanto miopi erano le loro conclusioni per ciò che il cielo registra come successo. Quando ricorderanno i loro sforzi per raggiungere il successo vedranno quanto stolti erano i loro piani, quanto piccole erano le loro presunte prove, quanto irragionevoli i loro dubbi. Essi vedranno quanto spesso hanno portato il fallimento nella loro opera non prendendo Dio in parola. Una verità apparirà chiaramente: che la posizione non prepara un uomo per l’entrata nelle corti celesti. Essi vedranno, anche, che l’onore dato all’uomo è dovuto solo a Dio, che a Lui appartiene tutta la gloria. Dalle labbra del coro angelico e della schiera dei redenti suonerà il coro: ‘grandi e meravigliose sono le tue opere, o Signore, Dio onnipotente, giuste e veraci sono le tue vie, o Re dei santi. Chi non ti temerà, o Signore, e non glorificherà il tuo nome? Poiché tu solo sei Santo’ (Apocalisse 15:3,4).”23

 

Riferimenti
1Education, p. 29.
2Parole di vita, p. 100.
3Testimonies, vol. 7, p. 199,200.
4Selected Messages, libro 2, p. 139,140.
5Child Guidance, p. 475.
6The Review and Herald, 2 maggio, 1912.
7The Signs of the Times, 17 giugno 1897.
8 Confrontation, p. 51.
9Sulle orme del gran Medico, p. 136,137.
10La speranza dell’uomo, p. 586, 587. [Enfasi aggiunta.] 11Selected Messages, libro 1, p. 344.
12Sulle orme del gran Medico, p.
13Christian Service, p. 263.
14Evangelism, p. 192.
15God’s Amazing Grace, p. 244. [Enfasi aggiunta.] 16Conquistatori di pace, p. 271-273.
17Faith and Works, p. 101.
18La speranza dell’uomo, p. 507.
19Sons and Daughters of God, p. 16.
20Testimonies, vol. 6, p. 466.
21This Day With God, p. 27.
22La speranza dell’uomo, p. 333.
23Testimonies, vol. 7, p. 28.