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Obiezione di coscienza o combattere

E i tuoi riedificheranno le antiche rovine, e tu rialzerai le fondamenta di molte generazioni passate; così sarai chiamato il riparatore di brecce, il restauratore dei sentieri per abitare nel paese.“ (Isaia 58:12).

Noi sappiamo che come popolo di Dio rimanente, come chiesa degli ultimi giorni, siamo chiamati a restaurare e riedificare le fondamenta della autentica fede Cristiana: I dieci comandamenti.

Osservare i dieci comandamenti definisce la nostra posizione nei confronti di Dio, perché chi ne viola uno solo ne viola tutti, e chi viola i comandamenti di Dio non ama Dio. Il regno di Dio non è di questa terra, per cui tutto quello che divide l’uomo, razza, nazionalità, classi sociali, partiti politici, non è da Dio ma è opera umana ed è utilizzato da Satana per distogliere la mente degli uomini da quello che veramente conta: la fratellanza e l’amore tra gli uomini e l’amore degli stessi verso Dio. Chi ama la propria patria più di quanto ami Dio, chi si sente appartenente a una razza o a una classe sociale e ne è fiero e ne fa un elemento di distinzione e di separazione con gli altri uomini, non può dirsi ed essere Cristiano. La posizione del vero Cristiano nei confronti della guerra, di qualsiasi guerra, può essere una sola, Rifiuto totale e incondizionato. Lo stesso vale per la pena di morte, per il razzismo. Può apparire scontato, ma scontato non è, visto che su questa questione si è operata una scissione nella Chiesa Avventista che è stata il fondamento della nostra esistenza come Avventisti del Settimo Giorno Movimento di Riforma. Questo articolo, tradotto dal sito Seventh Day Adventists Reform Movement (SDARM), e che per la sua lunghezza e complessità divideremo e pubblicheremo in 14 parti, ripercorre la storia di una dolorosa ma necessaria separazione tra chi tiene i comandamenti di Dio e chi ha preferito sostituire ad essi altre logiche ed altre priorità. Che Dio ci aiuti a capire da che parte sta la verità e rimanere separati da chi non fa la Sua volontà e da chi sostituisce la Scritture con regole e insegnamenti umani.

 

Poi udii un’ altra voce dal cielo che diceva: Uscite da essa, o popolo mio, affinché non abbiate parte ai suoi peccati e non vi venga addosso alcuna delle sue piaghe  (Apocalisse 18:4)

 

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Obiezione di coscienza o combattere?

Parte 1

In questi tempi di conflitti politici e di incertezza, i giovani possono in qualsiasi momento essere costretti a decidere cosa il Signore vuole che facciano quando sono chiamati al servizio militare. Gli avventisti dalla giovinezza sono addestrati a cercare nella chiesa consigli e suggerimenti per una vita Cristiana, ma in riferimento al servizio militare gli Avventisti del Settimo Giorno non stanno dando il suono giusto alla loro tromba. Essi suggeriscono che se i giovani sono chiamati al servizio militare essi dovrebbero cercare il servizio civile se possibile, ma la decisione è lasciata alla coscienza individuale. Si ripete spesso che la chiesa Avventista è sempre stata contro il combattere o su posizioni pacifiste. Questa affermazione deve essere esaminata con cura perché ci sono molti tentativi di sfidarla e di respingerla. Questo argomento ha portato divisioni nelle fila degli Avventisti del Settimo Giorno.

Durante l’ultima parte della Guerra Civile negli Usa, gli Avventisti dovettero affrontare l’arruolamento per il servizio militare. Non c’era una posizione unanime tra i dirigenti della chiesa finchè il Signore diede una visione alla Sua serva (riportata in 1 Testimonianze 358-368) e quindi, di conseguenza, i leaders Avventisti e la Conferenza Generale decisero che la non partecipazione in atti di guerra e nello spargimento di sangue era l’unica scelta corretta per il popolo di Dio. Questa regola non fu in discussione fino all’inizio della Prima Guerra Mondiale nel 1914. Allora non solo i giovani ma la chiesa in molti paesi dovette prendere una decisione. La maggioranza, affrontando la questione in sedici diversi paesi, decise che sotto le circostanze essi avrebbero dovuto agire come tutte le altre chiese che si dicevano Cristiane e accettare tutti gli obblighi militari e anche nel giorno di Sabato. Una piccola minoranza non potè accettare queste direttive della conferenza, ritenendo che la scelta giusta fosse la non partecipazione, cosi da onorare Dio osservando tutti i comandamenti, compreso il quarto e il sesto, cosa che non avrebbero potuto fare con il servizio militare. La maggioranza, per conservare l’unità, fece in modo di espellere la minoranza dei fedeli. La Seconda Guerra Mondiale ripropose la prova di fronte alla chiesa e la Conferenza Generale dovette prendere una posizione. Essi affermarono che gli Avventisti erano sempre stati non combattenti e di nuovo ripeterono questa affermazione. In questo opuscolo si fornisce la prova per rendere possibile al lettore di capire se la maggioranza avesse ragione nelle sue affermazioni o se il gruppo di minoranza fosse rimasto in armonia con la Legge di Dio. Tutti sono invitati a esaminare con cura e spirito di preghiera la storia e le prove presentate, cosi che essi possano conoscere e fare la volontà di Dio. Gesù ha promesso che il suo rappresentante, lo Spirito Santo, ci guiderà in tutta la verità (Giovanni 16:13) e che la verità ci renderà liberi (Giovanni 8:32).

1)            Obiezione di coscienza

Dio ha creato l’uomo come un libero agente morale, arricchito dal potere di capire la volontà del suo Creatore, di pensare con la sua testa, e di agire secondo la sua coscienza illuminata. Ma questa condizione non durò a lungo. Gli uomini cedettero al peccato, e per questo persero la loro libertà e individualità, e divennero schiavi di Satana. Alla fine si trovarono come schiavi sotto l’oppressione del padrone, dentro una società oppressiva e malvagia stabilita e controllata dal principe del male.

Nel mondo antico, la società non sapeva nulla della sovranità della coscienza morale individuale- la voce di Dio dentro l’animo umano che rende l’uomo capace di capire da solo cosa è giusto e cosa è sbagliato. La coscienza individuale era totalmente assorbita da quella civile. Il credo religioso e gli standard etici dell’individuo erano quelli della città o del regno cui apparteneva. E la parola del re era la legge suprema. Per un individuo, entrare in conflitto con lo Stato a causa delle sue personali convinzioni di coscienza era qualcosa di impensabile. “ Le persone si supponeva esistessero per il beneficio delle classi dominanti. L’influenza, la ricchezza, l’educazione erano altrettanti mezzi per ottenere il controllo delle masse ad uso dei leaders. Le classi superiori dovevano pensare, decidere, godere e regnare; le classi più umili obbedire e servire. La religione, come tutte le alte cose, era una questione di autorità. Ci si aspettava che il popolo credesse e praticasse secondo le direttive dei loro superiori. Il diritto dell’uomo in quanto uomo, di pensare e agire da solo, era totalmente non riconosciuto” (DA 550).

Il massacro di Betlemme e dintorni, quando il re Erode mandò i suoi soldati a uccidere tutti i bambini in quell’area, per essere sicuro che il neonato re dei Giudei fosse eliminato, non era qualcosa di insolito a quei tempi. L’esempio crudele dimostra come re dispotici considerassero la gente comune e quanto rapidamente i soldati eseguissero gli ordini delle autorità senza chiedersi se fossero giusti o sbagliati e senza usare la loro coscienza morale personale.

Per opporsi al capolavoro di Satana, quella forma di schiavitù mentale e spirituale, e per liberare, sviluppare la individualità dell’uomo e conferirle dignità, Dio ha rivelato al Suo popolo gli eterni principi della verità e della giustizia accorpati nella religione data ad essi.

Se i soldati al servizio del Re Erode fossero stati convertiti a Dio, avendo le loro menti illuminate da quei principi di verità e giustizia, la loro coscienza avrebbe detto loro di rifiutarsi di eseguire ordini criminali, come quello ricevuto dal monarca, perché la legge di Dio dice: “ Non uccidere”. Avrebbero capito che un “Così dice Dio” è superiore a un “Così dice il re” e che, come esseri moralmente responsabili che dovranno stare in giudizio davanti a Dio, essi dovranno subire le conseguenze delle loro azioni criminali se la loro obbedienza a sovrani terreni è contraria all’obbedienza richiesta dall’Onnipotente.

La relazione tra l’individuo e Dio da una parte, e tra l’individuo e lo Stato dall’altra, era pienamente compresa dai tre giovani ebrei alla corte di Nebuchadnezzar, re di Babilonia. In obbedienza a un decreto reale tutti i dignitari statali furono riuniti insieme nella pianura di Dura per onorare una simbolica rappresentazione di Babilonia. L’intero gruppo fu obbligato a inchinarsi davanti a un’immagine d’oro come testimonianza di suprema e indissolubile lealtà al potere babilonese. Comunque questi tre ebrei, che avevano una coscienza morale illuminata, rifiutarono di obbedire all’ordine del re, perché esso era in conflitto con il primo e il secondo comandamento della legge di Jehovah.

I tre ebrei, rappresentanti del Dio vivente, furono immediatamente denunciati al re, che si infuriò e ordinò che fossero condotti davanti a lui. “ E’ vero”, chiese, “che non servite i miei dei, che non adorate l’immagine d’oro che io ho fatto erigere”?. Disse che voleva dare loro un’altra possibilità ma, allo stesso tempo, indicando il fuoco, ricordò loro che la fornace ardente li aspettava nel caso in cui avessero proseguito nella loro disobbedienza al suo ordine. E quindi, con atteggiamento di sfida verso l’Onnipotente, aggiunse: “ E chi è quel Dio che potrà liberarvi dalla mia mano?”.

 

I tre obiettori di coscienza non si fecero intimidire. Affrontando con serenità la condanna a morte, dissero: “ O Nebuchadnezzar, noi non temiamo di risponderti su questo argomento. Se questa è la tua decisione, il nostro Dio che noi serviamo è in grado di liberarci dalla fornace di fuoco ardente, e Lui ci libererà dalla tua mano, o re. Ma se anche così non fosse, sappi, o re, che noi non serviremo altri dei né adoreremo l’immagine d’oro che hai fatto erigere” . (Daniele 3:16-18). Siete pregati di leggere il resto della storia in Daniele, capitolo 3.

Israele era una teocrazia, stabilita e governata direttamente da Dio. Molte volte agli Israeliti fu data l’indicazione divina di usare la spada per punire città e nazioni empie con l’aiuto del Signore. In questi casi le guerre di Israele erano le guerre di Dio. I soldati ebrei, allora, obbedivano realmente a Dio, la più alta autorità in cielo e in terra. Comunque, con il Cristianesimo, ci fu un cambiamento fondamentale. Dio cessò di riconoscere una nazione in senso politico come Sua nazione in senso teocratico. Quando Cristo disse agli ebrei: “ Il regno di Dio sarà tolto a voi, e dato a nazioni che ne porteranno i frutti” (Matteo 21:43) Egli intendeva che la “nazione santa”, “ la generazione prescelta”, “ il popolo particolare” (1 Pietro 2:9) fosse la chiesa, che è composta da tutte le nazionalità. In questa nazione in senso spirituale “non c’è differenza tra l’Ebreo e il Greco” (Romani 10:12) “perché voi tutti siete uno in Gesù Cristo” (Galati 3:28)

Con l’avvento del Cristianesimo le parole di Cristo, “dare a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio” (Marco 12:17), definiscono la relazione che l’anima individuale deve mantenere con Dio e con lo Stato. In questa affermazione Gesù non diede una risposta evasiva. Dichiarò che fin quando gli Ebrei fossero vissuti sotto il dominio del potere romano, dovevano dare a quel potere il supporto richiesto, finchè ciò non fosse stato in conflitto con una autorità più elevata, come specificato dalla Legge di Dio. I veri servi di Dio sono cittadini rispettosi delle leggi. Ma mentre sono pacificamente soggetti alle leggi del loro paese, essi dovrebbero sempre essere principalmente fedeli a Dio.

 

I primi Cristiani capirono che le parole di Cristo: “ Il mio regno non è di questo mondo” (Giovanni 18:36) e “chi mi segue non è parte del mondo” (Giovanni 17:14), limitavano la loro cittadinanza terrena e che essi non dovevano impegnarsi in politica. Nel dire: “ Il Figlio dell’uomo non è venuto per distruggere vite umane, ma per salvarle” (Lucca 9:56), “Mettete via la spada; perché coloro che prendono la spada periranno di spada” (Matteo 26:52), “Ama il tuo prossimo come te stesso” (Matteo 22:39), “Ama i tuoi nemici” (Matteo 5:44), Gesù insegnava che un Cristiano non deve prendere parte ad atti di sangue. Un attento studio della legge di Dio e del suo legame con la guerra, mostra che coloro che vanno in guerra violano non solo il quarto e il sesto comandamento, ma tutti e dieci. In questo campo sia la coscienza morale dell’individuo che la giustizia o rettitudine dello Stato sono messe alla prova da Dio.

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Parte 2

La prova per l’individuo:

“La politica del mondo e la pubblica opinione includono il principio dell’azione che li guida e che li porta apparentemente ad agire in modo giusto.  Ma il popolo di Dio non può essere guidato da queste motivazioni. Le parole e i precetti di Dio, scritti nell’anima, sono spirito e vita, e in essi c’è il potere di indurre e rafforzare l’obbedienza. I dieci precetti di Jehovah sono il fondamento di tutte le leggi buone e giuste. Coloro che amano i comandamenti di Dio si conformeranno a tutte le leggi buone dello Stato. Ma se le richieste dei governanti sono in conflitto con le leggi di Dio, l’unica questione da porsi è: “ Devo obbedire a Dio, o all’uomo”? (1 Testimonianze 361,362)

Le autorità ebraiche avevano strettamente vietato agli apostoli di insegnare nel nome di Cristo in Gerusalemme, ed essi avevano già trascorso del tempo in prigione per aver obbedito a Dio piuttosto che agli uomini, quando si era scoperto che continuavano comunque nella loro opera. Essi non potevano rinunciare alla loro lealtà verso Dio. Questo è quanto gli uomini del mondo, guidati da principi mondani, non possono sempre capire. I veri Cristiani, che hanno il privilegio di possedere una coscienza religiosa illuminata, non hanno dubbi che il loro dovere verso Dio ha la priorità sulle regole e sui divieti fatti dall’uomo. Così, quando gli apostoli furono di nuovo interrogati davanti al Concilio Ebraico, dissero: “ Noi dobbiamo obbedire a Dio piuttosto che agli uomini” (Atti 5:29). Che questo sia di lezione per tutti i veri Avventisti del Settimo Giorno.

“Noi non dobbiamo chiedere, quale è l’usanza degli uomini, o quali sono le abitudini del mondo. Non dobbiamo chiederci: Come devo comportarmi per ottenere l’approvazione degli uomini? Oppure, cosa il mondo tollererà? La questione di reale interesse per ogni anima è: cosa ha detto Dio? Dobbiamo leggere la Sua Parole e obbedire ad essa, non cambiare un apice o uno iota dalle sue richieste, ed agire senza riguardo alle tradizione ed al governo degli uomini”. 6BC 1056.

Il test per lo Stato: “ Proteggere la libertà di coscienza è dovere dello stato, e questo è il limite della sua autorità in materia religiosa” GC 201.

Dove non c’è conflitto tra la parola di Dio e le leggi del paese, o dove i professanti Cristiani sono disposti a vendere la loro coscienza, tradire la loro più sacra fede nel regno di Dio, e compromettersi con i poteri di questo mondo obbedendo agli uomini anzichè a Dio, non c’è persecuzione. In questo caso il principio della libertà religiosa o libertà di coscienza non entra in questione, per la semplice ragione che, dal suo punto di vista, l’individuo non ha nessuna materia di contendere dal punto di vista religioso con lo Stato, e quindi lo Stato non ha controversie con gli individui. Solo quando queste controversie sorgono, allora lo Stato ha la possibilità di dimostrare, per la prima volta, se è preparato o meno a garantire libertà di coscienza religiosa a coloro che sono coinvolti in tali questioni.

In qualunque circostanza in cui vediamo minacciato il nostro diritto alla libertà religiosa, che è il più importante di tutti i diritti umani, dobbiamo fare qualcosa, “sollevando le proteste più efficaci contro le misure per restringere la libertà di coscienza” (5T 452). Ogni passo verso la soppressione o la limitazione di questo inalienabile diritto umano è un atto di concessione allo spirito di quel potere politico-religioso oppressivo (Apocalisse 13:1-10) “che per tanti secoli ha continuamente combattuto la libertà di coscienza” (5T 711, 712). Noi tutti dovremmo sapere quali cambiamenti stanno per manifestarsi:

“Le autorità faranno leggi per limitare la libertà religiosa. Si assumeranno un diritto che è solo di Dio. Penseranno di poter forzare le coscienza, che solo Dio dovrebbe controlllare. Anche ora stanno iniziando: questa opera continuerà finchè raggiungeranno un confine che non potranno superare. Dio glielo impedirà, per conto del Suo popolo fedele ed osservante dei Comandamenti”. DA 630.

L’esperienza connessa alla fornace di fuoco (Daniele capitolo 3) mostra che il Signore sta dalla parte degli oppressi, e rimprovera tutti i poteri terreni che si ribellano all’autorità del Cielo (PK 511, 512). Qualsiasi paese che non capisce il suo dovere di fronte al Signore (GC 201) allargherà le sue prigioni e colmerà di vergogna le pagine della sua storia versando il sangue dei martiri.

“Al cuore leale (di tutti quelli che hanno deciso di rimanere sinceri verso Dio), i comandi di uomini imperfetti e peccatori sembreranno insignificanti davanti alla parola del Dio eterno. Si obbedirà alla verità, nonostante il risutato possa essere la prigione, l’esilio o la morte”. PK 512, 513.

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Parte 3
I primi cristiani e l’uso delle armi
Tutti sanno che i Cristiani furono crudelmente perseguitati su ordine del governo di Roma durante i primi secoli, ma generalmente non si conosce perchè essi soffrirono queste persecuzioni. Gli storici che hanno esaminato gli scritti dei Padri della Chiesa ci spiegano perché. Tra le altre ragioni, essi sottolineano il fatto che, per amore della propria coscienza, i primi seguaci di Cristo consideravano il prendere parte alla guerra e il servizio militare incompatibili con i requisiti della santa legge di Dio. Essi erano obiettori di coscienza. Gli autori moderni ci dicono che: “ I Cristiani per molto tempo non andarono in guerra” Roland H. Bainton, The Church of Our Fathers, p. 22.
“ Durante i primi tempi della Cristianità il conflitto tra il potere civile e la chiesa assunse la forma di persecuzione da parte dello Stato e di obiezione di coscienza collettiva da parte dei Cristiani, sia verso l’uso delle armi sia all’adorazione dell’imperatore”  Jean-Pierre Cattelain, A Objecao de Consciencia, p. 12.
Questa informazione, per quanto ne sappiamo, si basa sugli scritti di Ippolito, Lattanzio, Tertulliano, Origene, etc.
Ippolito (1160-235 D.C..), che morì martire sotto la persecuzione di Massimino, scrisse: “ Se un catecumeno o un fedele vuole diventare soldato, che sia espulso dalla chiesa, perché ha voluto disprezzare Dio” – citazione da Jean Lasserre, Les Chretiens et la Violence, p. 230.
Lattanzio, (c. 260-340 D.C.),un apologeta, scrisse: “ Quando Dio proibisce di uccidere, egli non solo proibisce ciò che neanche le leggi pubbliche non permettono, ma ci mette in guardia anche dal fare certe cose che sono legali agli occhi degli uomini. In tal modo, un fedele credente non dovrebbe servire come soldato, perché il suo servizio militare sarebbe considerato empietà ” Citazione da Jean-Pierre Cattelain, A Objecao de Consciencia, pp. 13, 14.

Kenneth Scott Latourette scrive:
“Una delle questioni sulle quali i primi Cristiani erano in disaccordo con il mondo Greco-Romano era la partecipazione alla guerra. Per i primi tre secoli nessuno scritto Cristiano che sia sopravvissuto ai nostri tempi permetteva la partecipazione dei Cristiani alla guerra… Ippolito, autorevole figura a Roma, scrivendo ciò che egli riteneva fosse la tradizione apostolica e quindi l’autentico insegnamento Cristiano, affermava che quando un soldato richiedeva l’ammissione alla comunità Cristiana egli avrebbe dovuto rifiutarsi di uccidere anche se questo fosse stato ordinato dai suoi superiori, e che inoltre non avrebbe dovuto arruolarsi, e che i comandanti militari avrebbero dovuto dimettersi dall’esercito se avessero voluto continuare ad essere “catecumeni,” (membri di chiesa, n.d.t.). Un catecumeno, o persona battezzata, così diceva Ippolito, che avesse tentato di arruolarsi come soldato, avrebbe dovuto essere espulso dalla Chiesa. Tertulliano si opponeva a che i Cristiani fossero membri dell’esercito Romano sul presupposto che ciò li avrebbe posti sotto un altro padrone diverso da Cristo, che ciò li avrebbe indotti a prendere la spada, e che, anche quando l’esercito fosse stato usato per scopi di polizia, di pubblica sicurezza in tempo di pace, esso avrebbe resa necessaria l’adozione di punizioni, mentre qualsiasi tipo di vendetta era proibita per i Cristiani….
“ L’opposizione dei primi Cristiani verso l’uso delle armi era così chiara che Celso, attaccandoli, dichiarò che se tutti avessero fatto come i Cristiani l’Impero sarebbe caduto, vittima dei barbari più selvaggi e senza legge. In risposta, Origene non negò il fatto che i Cristiani fossero pacifisti. Infatti, affermò che i Cristiani non combattono sotto l’Imperatore anche se egli lo richiede. Al contrario, affermò che se tutti fossero diventati Cristiani, anche i barbari sarebbero stati Cristiani e che anche allora, quando i Cristiani erano in minoranza, il loro amore, il loro lavoro e le loro preghiere facevano di più degli eserciti di Roma per mantenere e conservare il regno”. ” Kenneth Scott Latourette, A History of Christianity, vol. 1, pp. 242, 243.
L’obiezione di coscienza verso l’uso delle armi era uno dei più saldi principi sostenuti dai primi Cristiani, come si può vedere dal fatto che, in mezzo all’apostasia che stava contaminando la chiesa, questo principio rimase per un tempo notevolmente lungo, e di fatto fino all’epoca di Costantino 1^ il Grande. Costantino fu attratto dal Cristianesimo sin dagli inizi. Sebbene si professasse Cristiano, egli era in realtà pagano nelle sue azioni, ma si dimostrò un abile politico per essere riuscito ad ottenere il supporto sia dei pagani che dei Cristiani.
Dopo che l’Imperatore Costantino aderì alla Chiesa, il cambiamento nelle opinioni della maggior parte dei Cristiani avvenne solo a poco a poco. Questo porta a concludere che l’atteggiamento critico assunto dai Cristiani- un atteggiamento di non cooperazione, fosse una manifestazione di ostilità, non tanto verso i governanti e l’Imperatore, ma piuttosto contro gli atti di violenza commessi dai governanti, in opposizione all’etica Cristiana.
Di fatti, quando il Sinodo di Arles (convocato dall’Imperatore prima di battezzarsi), nel 314 D.C., fu costretto da Costantino a dichiarare la sua posizione sul tema del servizio militare, esso si limitò a enunciare la seguente regola, che inizialmente fu vista con sorpresa: “ Relativamente a quelli che portano armi in tempo di pace, essi dovrebbero essere sospesi dal servizio della comunione”. La frase “in tempo di pace” evidentemente implica il concetto che, sebbene a un Cristiano fosse permesso di compiere il servizio militare finchè non gli fosse richiesto di spargere sangue, secondo la tradizione di quel tempo, la sua partecipazione ai combattimenti, in tempo di guerra, era ancora proibita. In tal modo il Sinodo di Arles confermò una distinzione che già esisteva prima del 314 D.C., che se non ci fosse stata alcuna altra possibilità, un Cristiano poteva prestare il servizio militare, ma gli era proibito di prendere parte in guerra. Un secolo dopo fu formata un alleanza tra chiesa e Stato, quando, in base a un decreto dell’Imperatore Teodosio 2^, nel 416 D.C., l’accesso all’esercito per i Cristiani fu limitato.
Nondimeno, l’obiezione di coscienza, tra la minoranza, rimase dopo il 314 ed anche dopo il 416 D.C. E’ sufficiente citare l’atteggiamento di un uomo famoso, Saint Martin, che dichiarò nel 350 D.C, “Io sono un soldato di Cristo” e che da quel momento rifiutò di portare armi- (Jean-Pierre Cattelain, A Objecao de Consciencia, pp. 14, 15).
In riferimento all’apostasia connessa con il principio in discussione, si legge in un libro Avventista:
“ Quando Costantino apparentemente accettò il Cristianesimo, lo fece come un generale pagano convertito. Più tardi egli convinse i Cristiani a combattere nel suo esercito. Da quel momento in poi coloro che si professavano Cristiani divennero sempre meno consapevoli; e più la chiesa si contaminava con il mondo, più diventava desiderosa di unirsi ai governi nella guerra..” Francis McLellan Wilcox, Seventh-day Adventists in Time of War, p. 48.
Quando la chiesa scese a compromessi con lo stato, e decretò che ai suoi membri fosse permesso di portare armi, essa commise adulterio spirituale, facendo un passo avanti verso l’apostasia. Una volta che una chiesa è andata tanto in là nel suo declino, la storia dimostra che non può tornare indietro.

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Parte 4

 

LA POSIZIONE ORIGINARIA DELLA CHIESA AVVENTISTA DEL SETTIMO GIORNO

La nostra posizione davanti a Dio dipende dalla nostra obbedienza o disobbedienza alla legge di Dio. Se obbediamo, noi siamo il popolo di Dio; se non obbediamo, non lo siamo. Noi non dovremmo mai contravvenire alle condizioni che il Signore ha specificato.

Noi siamo il popolo di Dio se la legge di Dio è scritta nei nostri cuori:

Il Signore ha detto: “ Se camminate nei miei statuti, e osservate i miei comandamenti e li mettete in pratica, allora io camminerò tra di voi, e sarò il vostro Dio, e voi sarete il mio popolo” Lev. 26:3, 12.

“Obbedite alla mia voce, e fate ciò che vi comando di fare: così sarete il mio popolo, e io sarò il vostro Dio” Jer. 11:4.

“Se proseguite secondo la mia parola, allora siete in verità miei discepoli” John 8:31. Leggi Jer. 31:33; Heb. 8:10.

Noi non siamo il popolo di Dio se la nostra vita e il nostro carattere non sono in armonia con la legge di Dio:

E’ scritto: “ La vostre iniquità vi hanno separato dal Vostro Dio, e i vostri peccati hanno fatto nascondere il suo volto da voi” Isa. 59:2. “ Io non vi ho mai conosciuti; andate via da me, operatori di iniquità” Matteo 7:23. L’iniquità è il peccato (Ps. 32:5), e il peccato è la trasgressione della legge di Dio (1 Giovanni 3:4). (La parola Greca anomia è tradotta con iniquità in in Matteo 7:23 e come trasgressione della legge in1 Giovanni 3:4.)

 

La fondamentale distinzione tra la chiesa di Dio e la sinagoga di Satana si trova nell’opposto atteggiamento verso la legge di Geova  (TM 16). C’e’ un grande gap che separa coloro che obbediscono e coloro che non obbediscono alla legge di Dio.

“ Dall’inizio della grande controversia in cielo lo scopo di Satana è stato quello di eliminare la legge di Dio. E’ per realizzarlo che egli si ribellò contro il Creatore, e che, sebbene fosse stato cacciato dal cielo, egli ha continuato la stessa guerra sulla terra. Ingannare gli uomini, e così indurli a trasgredire la legge di Dio, è l’obiettivo che egli persegue instancabilmente. Sia che questo scopo sia compiuto trasgredendo la legge nella sua interezza o rigettarne anche uno solo dei precetti, il risultato finale sarà lo stesso”. GC 582.

 

  1. Dio ha chiamato un popolo speciale

“Dio ha chiamato la Sua chiesa in questi giorni, come chiamò l’antico Israele, per essere una luce sulla terra. Attraverso la potente mannaia delle verità, i messaggi del primo, secondo e terzo angelo, Egli li ha separati dalle chiese e dal mondo per portarli in una sacra vicinanza a Lui stesso. Li ha resi depositari della Sua legge e ha affidato a loro le grandi verità della profezia per questo tempo” 5T 455.

“Dio sta conducendo un popolo fuori dal mondo sulla sacra piattaforma dell’eterna verità, i comandamenti di Dio e la fede in Gesù” TM 29.

“In questo tempo la chiesa deve vestirsi dei suoi begli indumenti “Cristo la nostra giustizia”. Ci sono chiare, precise distinzioni che devono essere ripristinate e spiegate al mondo nel tenere in alto i comandamenti di Dio e la fede in Gesù. La bellezza della santità deve apparire nella sua originaria perfezione in contrasto con la deformità e l’oscurità degli infedeli, coloro che si sono allontanati dalla legge di Dio. In questo modo noi riconosciamo Dio e la Sua legge, il fondamento del Suo governo in cielo e attraverso i suoi domini terreni. La sua autorità deve essere tenuta distinta e chiara davanti al mondo, e nessuna legge deve essere riconosciuta che possa essere in contrasto con le leggi di Jehovah. Se in sfida a quanto predisposto da Dio permettiamo al mondo di influenzare le nostre azioni e decisioni, lo scopo di Dio è sconfitto. Per quanto sofisticato sia il pretesto, se la chiesa arriva a questo punto, contro di lei viene riportato nei libri del cielo un tradimento delle più sacre verità, e un attentato al regno di Cristo” TM 16, 17.

 

  1. Patto con Dio

Nel 1861, alla Conferenza di Battle Creek, Michigan, quando la prima Chiesa Avventista fu organizzata, fu fatto il seguente patto:

“ Noi, sottoscritti, qui associati insieme come chiesa, prendendo il nome di Avventisti del Settimo Giorno, alleati per osservare i comandamenti di Dio e la fede in Gesù ” The Great Advent Movement, p. 105.

 

  1. La posizione assunta nel 1864

Prima della fine della Guerra Civile, quando la Chiesa Avventista stava affrontando il problema del servizio militare e della partecipazione alla Guerra, essi decisero che non avrebbero potuto trasgredire i comandamenti in nessuna circostanza. Per questo mandarono la seguente dichiarazione alle autorità: “Noi sottoscritti, il Comitato Esecutivo della Conferenza Generale degli Avventisti del Settimo Giorno, rispettosamente chiediamo il permesso di presentare a voi per le vostre considerazioni le seguenti affermazioni: “ La denominazione di Cristiani che si chiamano Avventisti del Settimo Giorno, che prendono la Bibbia come regola di fede e di pratica, sono unanimi nella loro opinione che i suoi insegnamenti sono contrari allo spirito e alla pratica della guerra; quindi, essi si sono consapevolmente opposti a portare armi.  Se c’è qualche parte della Bibbia che noi, come popolo, possiamo indicare più di ogni altra come il nostro credo, questa è la legge dei dieci comandamenti, che noi consideriamo la legge suprema, e della quale noi prendiamo alla lettera ogni precetto. Il quarto di questi comandamenti richiede di cessare ogni lavoro nel settimo giorno della settimana, il sesto proibisce di prendere la vita, e nessuno dei due si può rispettare durante il servizio militare. La nostra pratica è stata uniformemente coerente con questi principi. In conseguenza, la nostra gente non si sente autorizzata ad arruolarsi nell’esercito. In nessuna delle nostre pubblicazioni noi abbiamo sostenuto o incoraggiato la pratica di portare armi e, se arruolati, piuttosto che violare i nostri principi, noi siamo stati contenti di pagare, e aiutare chiunque di noi a pagare, la multa di 300 dollari” – Seventh day Adventists in Time of War, p. 58.

Nel “Review e Harald” del 7 Marzo 1865, la posizione della Chiesa Avventista fu definita come segue:

“ Perché gli Avventisti del Settimo Giorno non possono andare in guerra”.

  • Non potrebbero osservare il Santo Sabato del Signore. Il settimo giorno è il Sabato del Signore Tuo Dio; in esso non farai alcun lavoro. ‘ Es. 20:10. Combattere, come gli ufficiali ci dicono di fare, è il più duro dei lavori; e il settimo giorno tra tutti i giorni sarebbe il meno rispettato sia in caserma che nei campi di battaglia.
  • Il sesto comandamento della legge morale di Dio dice: “ Non uccidere”. Uccidere significa prendere la vita. Il soldato per professione è un trasgressore abituale di questo precetto. Ma se vogliamo entrare nella vita eterna noi dobbiamo osservare i comandamenti. 19:17.
  • Dio ci ha chiamati alla pace. E le armi della nostra guerra non sono armi materiali. 1 Cor. 7:15; 2 Cor. 10:4. Il Vangelo ci permette di usare nessun altra arma che non sia “la spada dello Spirito”.
  • Il nostro regno non è di questo mondo. Cristo disse a Pilato: “Se il mio regno fosse di questo mondo allora i miei servitori combatterebbero”. Giovanni 18:36. Questa è la prova inconfutabile che i Cristiani non hanno nulla a che vedere con gli strumenti materiali di guerra.
  • Ci viene comandato di amare i nostri nemici. “ Ma io vi dico”, dice il Salvatore, “ amate i vostri nemici, benedite chi vi maledice, fate del bene a chi vi odia, e pregate per coloro che vi disprezzano e vi perseguitano” Matt. 5.44. Noi rispettiamo questo comandamento quando facciamo saltare il loro cervello con le pistole, o sezioniamo i loro corpi con le spade? “Se un qualsiasi uomo non ha lo spirito di Cristo non è dei Suoi” Rom. 8:9.

 

 

 

  • Il nostro lavoro è lo stesso del nostro Maestro, che una volta disse: “ Il Figlio dell’uomo non è venuto per distruggere le vite degli uomini, ma per salvarli” Luca 9:56. Se lo Spirito di Dio ci manda a salvare uomini, non è qualche altro spirito a mandarci a distruggerli? Sta a noi sapere a quale tipo di spirito apparteniamo.
  • Il comandamento del Nuovo Testamento “Non resistere al male: ma chiunque ti colpisce sulla guancia destra, tu porgigli anche l’altra guancia” Matt. 5:39. Cioè, è meglio porgere l’altra guancia che rispondere e colpirli. Potrebbe questo passo della Scrittura essere rispettato su un campo di battaglia?
  • Cristo disse a Pietro, quando questi colpì il servo del sommo sacerdote, “riponi la tua spada” Matt.26:52. Se il Salvatore comandò all’apostolo di riporre la spada, certamente i suoi seguaci non hanno alcun diritto di prenderla. Quindi facciamo che chi è del mondo combatta, ma quanto a noi, preghiamo.

Il rapporto della terza sessione annuale della Conferenza Generale degli Avventisti del Settimo Giorno, pubblicato in Review and Herald del 23 Maggio 1865, contiene la seguente affermazione:

“ Stabilito che noi riconosciamo il governo civile come investito della sua autorità per opera di Dio, affinchè ordine, giustizia e pace possano essere mantenuti nella nazione; e che il popolo di Dio può condurre vite quiete e pacifiche nella completa santità e onestà. In coerenza con ciò, noi riconosciamo che è giusto pagare le tasse, i dazi doganali e rendere onore e reverenza al potere civile, come affermato nel Nuovo Testamento. Mentre noi in questo modo rendiamo con gioia a Cesare quello che le Scritture ci indicano essere suo, noi siamo costretti a rifiutare qualunque partecipazione in atti di guerra e di spargimento di sangue in quanto incoerenti con i doveri messi a nostro carico dal nostro Divino Maestro nei confronti dei nostri nemici e nei confronti di tutta l’umanità”.

Come si vede, la non partecipazione era la posizione originaria dei primi Avventisti, ed essi agivano in armonia con la loro fede. Uno dei pionieri scrive:

“ Un altro memorabile incontro sul tema della ribellione alla guerra si tenne in un bosco vicino alla fattoria di mio padre, a Newton, Michigan. Era l’ultimo anno della guerra ed il Generale Grant era stato nominato comandante in capo dell’esercito Nordista, e si era sparsa la voce che ci sarebbe stata un’altra campagna di arruolamento.  Settantacinque uomini erano richiesti, e sembrava che questa volta toccasse ai nostri uomini di arruolarsi. Ora, come in precedenza, i principi della pace erano in pericolo”.

“ Il fratello e la sorella White convocarono uno speciale incontro nel bosco di Newton per pregare Dio di risolvere la situazione. L’incontro fu gremito di persone di Battle Creek e delle piccole chiese intorno. L’ansietà si leggeva su ogni volto; c’era un’indescrivibile solennità. Ci inginocchiammo davanti a Dio sul terreno della foresta, e Fratello e Sorella White e i loro seguaci innalzarono le loro preghiere verso Dio per chiedergli di risparmiare il Suo popolo. La Sua risposta fu la fede dei Suoi servi; e sebbene ci volesse ancora quasi un anno prima che la guerra finisse, tuttavia Dio protesse il suo popolo” NL, Miscellaneous 1,pp.2,3.

  1. Approvato dallo Spirito di Profezia

La posizione originaria della chiesa era in accordo con la volontà di Dio. La serva del Signore scrisse:

“ Mi fu mostrato che il popolo di Dio, che è il Suo particolare tesoro, non può coinvolgersi in questa imbarazzante guerra, perché ciò è contrario a ogni principio della loro fede. Nell’esercito non possono servire la verità e nello stesso tempo obbedire agli ordini dei loro ufficiali. Ci sarebbe una continua violazione della coscienza. Gli uomini mondani sono governati dai principi mondani. Essi non possono apprezzare altri che questi. La politica del mondo e l’opinione pubblica comprendono il principio di azione che li governa e che li induce a praticare ciò che sembra a loro giusto. Ma il popolo di Dio non può essere guidato da questi motivi”   1T 361.

E’ impossibile partecipare alla guerra e rimanere fedeli a Dio e obbedienti alla Sua legge, perché la guerra è il meccanismo più efficiente inventato da Satana per lo scopo di annullare tutti i comandamenti della Sacra Legge di Dio. Lo Spirito di Profezia dice:

“ I poteri che provengono dal basso sono mossi con grande intensità. Il risultato sono le guerre e lo spargimento di sangue. L’atmosfera morale è avvelenata da questi fatti orribili e crudeli” 8T 249.

“Gli agenti satanici hanno reso la terra il palcoscenico per orrori, che nessuna lingua può descrivere. La guerra e lo spargimento di sangue sono perpetrate da nazioni che si definiscono Cristiane. Trascurare la legge di Dio ha prodotto il suo ovvio risultato” 7BC 974.

Se queste affermazioni sono vere, come noi siamo convinti che siano, allora coloro che vanno in guerra non si identificano con il piccolo gruppo di persone sul sentiero stretto, ma con la moltitudine negli abissi, dove si sentono canti di guerra. 2T 594, 595.

Nel farsi coinvolgere in questo problema il professante popolo di Dio sta giocando tra le mani di Satana e sta perdendo la necessaria preparazione per la prossima venuta di Cristo.

“A Satana piace la guerra, perché essa eccita le peggiori passioni dell’anima e spazza via per l’eternità le sue vittime dopo averle immerse nel vizio e nel sangue. Il suo obiettivo è di incitare le nazioni a far guerra l’una contro l’altra, perché in questo modo può distogliere le menti delle persone dal lavoro di preparazione per affrontare il giorno del Signore”.GC 589.

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Parte 5

GRANDI CAMBIAMENTI NELLA CHIESA

In vista della crisi che stava arrivando con la Prima Guerra Mondiale, il Signore mandò i seguenti impressionanti avvertimenti alla chiesa:

“La tempesta sta arrivando, e noi dobbiamo prepararci a questa furia avendo il pentimento verso Dio e la fede verso il Nostro Signore Gesù Cristo. Il Signore sorgerà per scuotere terribilmente la terra. Noi vedremo tribolazioni da ogni parte. Migliaia di navi saranno inghiottite dalle profondità del mare. Le navi naufragheranno e milioni di vite umane saranno sacrificate” MYP 89 (890).

“Paurose prove aspettano il popolo di Dio. Lo spirito della guerra sta agitando le nazioni da una estremità all’altra della terra” 9T 17 (1904).

“Presto dolorose tribolazioni sorgeranno tra le nazioni- che non cesseranno fino alla venuta di Gesù… i giudizi di Dio sono sul paese… Le guerre e i rumori di guerra, la distruzione tramite fuoco e alluvioni, dicono chiaramente che il tempo di tribolazione, che dovrà crescere fino alla fine, è molto vicino. Non abbiamo tempo da perdere. Il mondo è agitato dallo spirito di guerra” RH Nov. 24, 1904.

“ Di fronte a noi c’è uno scenario di continua lotta, con il rischio di essere imprigionati, perdere le proprietà ed anche la vita, per difendere la legge di Dio, che è annullata dalle leggi degli uomini. In questa situazione la politica del mondo spingerà verso una apparente coerenza con le leggi del paese, per amore della pace e dell’armonia. E ci sono alcuni che enfatizzeranno una seguente citazione dalle Scritture: “ Che ogni anima sia soggetta ai poteri supremi…i poteri che derivano da Dio” 5T 712 (l889).

“Che posizione terrà la chiesa? Quelli che in passato hanno avuto rispetto per la legge di Dio, saranno trascinati dalla corrente del male? Riuscirà nello stesso modo la quasi universale trasgressione e disprezzo della legge di Dio a oscurare l’atmosfera spirituale di tutte le anime? Il disprezzo della legge di Dio riuscirà a spazzare via le barriere protettive? Per il fatto che la malvagità e l’iniquità prevalgono, deve essere meno considerata la legge di Dio? Per il fatto che è annullata dalla grande maggioranza di coloro che vivono sulla terra, i pochi fedeli dovranno diventare come gli infedeli, e comportarsi come gli empi?” 3BC 1153 (l906).

“ Con pietà e compassione, con tenera sollecitudine, il Signore guarda il Suo popolo tentato e provato. Per un certo tempo agli oppressori sarà permesso di trionfare su coloro che conoscono i santi comandamenti di Dio. A tutti sarà data la stessa opportunità che fu garantita al primo grande ribelle, di dimostrare lo spirito che li muove nell’azione. Lo scopo di Dio è che ciascuno sia provato, per vedere se sarà leale o sleale verso le leggi che governano il regno celeste….Noi dovremo pregare ferventemente gli organismi legislativi per avere il diritto di esercitare un giudizio indipendente, e di adorare Dio secondo ciò che ci detta la nostra coscienza. In questo modo nella Sua provvidenza Dio ha stabilito che le ragioni della Sua santa legge siano portate davanti agli uomini che hanno la più alta autorità… molti stanno tenendo le verità solo con la punta delle dita. Essi hanno avuto grande luce e molti privilegi. Come Capernaum, essi sono stati esaltati verso il cielo. Nel tempo delle prove che si avvicina, essi stanno diventando apostati a meno che non gettino via il loro orgoglio e autocompiacimento, e a meno che non abbiano una completa trasformazione del carattere” 3SM 414, 415.

“ Molti che hanno avuto grande luce non l’hanno apprezzata e migliorata come sarebbe stato loro privilegio fare. Non hanno praticato la verità.. e coloro che sono stati privilegiati con le opportunità per capire la verità e che non  hanno obbedito ai suoi principi  saranno sviati dal loro progresso dalle tentazioni di Satana. Essi negheranno i principi della verità nella pratica e porteranno discredito alla causa di Dio”

“ Cristo dichiara che li sputerà dalla Sua bocca, e li lascerà a seguire il loro corso di azioni per distinguersi. Questo corso di azioni li mette in realtà in luce come servi infedeli”

“ Il Signore darà il Suo messaggio a coloro che hanno camminato secondo la luce che essi avevano ricevuto, e li riconoscerà come sinceri e fedeli, secondo il metro di giudizio di Dio. Questi uomini prenderanno il posto di coloro che, avendo ricevuto luce e conoscenza, non hanno camminato sulla via del Signore, ma secondo l’immaginazione dei loro cuori non santificati” MS 97, 1898.

Nel 1913, quando la crisi era alle porte, il Signore diresse la Sua ultima chiamata alla chiesa mediante la vivente profetessa:

“ Ci vogliono ora uomini capaci di comprendere chiaramente. Dio chiama coloro che sono disposti ad essere controllati dallo Spirito Santo per condurre l’opera di una seria riforma. Io vedo davanti a noi una crisi, e il Signore chiama i suoi operai a mettersi in riga”  TM 514.

Se la Prima Guerra Mondiale avrebbe portato una crisi, avrebbe portato anche uno sconvolgimento, perché è scritto:

“ Ogni prova che consiste in un processo di raffinazione e purificazione dei professanti Cristiani dimostra che qualcuno è scoria. L’oro puro non sempre appare. In ogni crisi religiosa qualcuno cade in tentazione. Lo sconvolgimento operato da Dio soffia via moltitudini come foglie secche” 4T 89.

5- LA PROVA

All’inizio della Prima Guerra Mondiale, i capi della Chiesa Avventista del Settimo Giorno in Europa pubblicarono documenti che incoraggiavano i membri che potevano arruolarsi a servire sotto le armi come soldati. Ecco alcuni esempi:

  • Lettera Circolare del Segretario della Divisione Europea

“Amburgo, 2 Agosto 1914”

“Ai nostri cari fratelli e sorelle”:

“ Vi salutiamo con Salmo 23. In questo periodo serio e difficile che l’Europa sta attraversando, noi desideriamo chiedervi questo:

  1. Noi come seguaci di Cristo, attraverso il potere di Dio, dovremmo in questi giorni essere sinceri, obbedienti, e soggetti al servizio per il nostro paese. ll Pietro 2:13-14, 17.1
  2. Noi dovremmo fare il nostro dovere militare con gioia mentre siamo in servizio o mentre siamo chiamati al servizio, in modo che gli ufficiali vedano in noi dei veri e valenti soldati che sono pronti a morire per le loro case, per il nostro esercito e la nostra patria. Il nostro destino è nelle mani di Dio. Dovessimo perdere la vita durante il conflitto, ricordiamoci che la nostra vita è nascosta con Cristo in Dio (Col. 3:3).
  3. Coloro che sono lasciati a casa dovrebbero dimostrare ai loro vicini la loro nobiltà d’animo e di essere pieni dell’amore di Cristo, pronti ad aiutare in tutti i modi possibili per assistere i malati e i sofferenti, i feriti, i poveri, le vedove e gli orfani. Non osiamo perdere il nostro coraggio, ma restiamo pazienti nell’afflizione, facendo come Mosè, il cui cantico aspettiamo di cantare un giorno. Confidate in Lui “ come se vedeste Colui che è invisibile” (Ebr. 11:27). Non dimenticate di cercare incessantemente la Parola di Dio (Giovanni 5:39). Frequentate regolarmente le nostre riunioni e, soprattutto, quando sarete davanti al trono di grazia, non dimenticate di pregare per il nostro governo e il nostro esercito (1 Tim. 2:2).
  4. Dobbiamo sempre ricordare la nostra missione di messaggeri di Cristo e, in base alla nostra forza, operare per salvare anime.

Affidando tutti voi alla grazia di Dio, salutandovi con tutto il cuore, il Vostro fratello nel Signore

(Sgd.) G. Dail”

La lettera circolare, firmata dall’Anziano G. Dail, segretario della Divisione Europea, fu pubblicata anche in Romania, il 4 Agosto del 1914.

 

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PARTE 6

UNA RISPOSTA OSCILLANTE DELLA CONFERENZA GENERALE

Dall’inizio della guerra, i fratelli alla guida della chiesa in America furono informati della crisi che aveva coinvolto la Chiesa Avventista in Europa. Francis M. Wilcox scrisse:

“ La chiesa di Dio dovrebbe ricordare in modo particolare oggi i nostri fratelli europei che stanno ora subendo delle avversità. Qualcuno è stato costretto al servizio militare attivo; le loro vite sono costantemente minacciate, e sono sottoposti a pericoli e durezze. Le famiglie sono state distrutte. Quelli che sono a casa sono ansiosi e temono per coloro che sono andati al fronte. I dirigenti di alcune delle nostre conferenze e chiese sono stati costretti a rinunciare ai loro incarichi e unirsi agli eserciti nazionali” RH Aug. 27, 1914.

Un’altra dimostrazione che la dirigenza della chiesa negli USA fosse consapevole di cosa stava accadendo in Europa si trova nella circolare di W. C. White del 26 Maggio 1915:

“ La Sorella White allora chiese: è scoppiata la guerra in Europa? Egli rispose: si. Ella allora chiese: La guerra ha coinvlto i nostri fratelli. Egli rispose: si, molti sono stati costretti a arruolarsi, molti sono stati uccisi, e altri si trovano in luoghi pericoloso, e in molti paesi ci sono grandi sofferenze e tribolazioni. Molti dei nostri fratelli in Americe e Europa pensano che coloro che sono stati costretti ad arruolarsi hanno sbagliato, perché hanno obbedito ad ordini militari. Essi credono sarebbe stato meglio rifiutare di portare armi, anche se la conseguenza di questo rifiuto avesse significato la morte. La Sorella White replicò: Io non credo che avrebbero dovuto farlo. Credo che avrebbero dovuto obbedire al loro dovere il più a lungo possibile”.

In armonia con ciò che Dio aveva rivelato alla Sorella White in precedenza (lT 361), noi comprendiamo come ella li rimproverasse per aver obbedito agli uomini invece che a Dio quando diceva: “  : Io non credo che avrebbero dovuto farlo”. Il suo appello ai fratelli affinchè restassero fedeli al proprio dovere, certamente si riferisce al loro dovere verso Dio, come lei aveva scritto in precedenza.

“A tutti sarà chiesto di obbedire a precetti umani in violazione della legge divina. Coloro che saranno fedeli a Dio e al dovere saranno minacciati, denunciati e condannati” 5T 473.

L.R. Conradi, il presidente della Divisione Europea, tenne i capi della Conferenza Generale informati circa la situazione in Europa sin dall’inizio della guerra. Egli scrisse:

“ Mentre i giornali quotidiani vengono letti col massimo interesse a causa delle notizie che ogni giorno pubblicano su questa terribile guerra che influenza l’intero mondo, il popolo di Dio ha ancora un profondo interesse nella questione relativa a come questa guerra possa influenzare la stessa causa di Dio….”

“ Nella Unione del Centro Europa… un fratello con posizione di responsabilità afferma che nella sua conferenza circa 60 membri si erano arruolati nell’esercito.

Nell’Unione del Danubio…molti direttori dei campi missionari e un certo numero di operai erano stati chiamati al servizio militare….

A Friedensau un secondo insegnante e parecchi studenti erano dovuti andare in servizio….

“ Noi sicuramente apprezziamo le molte preghiere che salgono a Dio per nostro conto in tutte le parti del vasto campo di raccolta, e sappiamo che Dio le sta esaudendo dal fatto che nonostante questa terribile guerra, la Sua causa avanza trionfalmente” RH Dec. 17, 1914.

Ulteriori testimonianze sarebbero superflue. I fratelli della Conferenza Generale furono informati, ed essi avrebbero dovuto mandare in Europa delle istruzioni univoche e degli avvertimento in armonia con la posizione originaria della chiesa, ma invece di fare ciò, essi diedero solo un incerto suono di tromba  (1 Cor. 14:8).

Qui riportiamo alcune affermazioni in tale senso. Francis M. Wilcox scrisse:

“ Su cosa i nostri fratelli europei dovrebbero fare in queste insidiose circostanze, solo essi possono decidere pregando Dio” RH Aug. 27, 1914.

Dopo la fine della guerra, l’anziano A. G. Daniells, a quel tempo presidente della Conferenza Generale, spiegò:

“Appena la guerra iniziò in Europa, noi in America iniziammo a studiare il problema con grande attenzione… ci accorgemmo che, comunque, mentre iniziavamo a studiare il problema con grande cura, alcuni tra noi diventavano molto confusi…. La nostra posizione era che ognuno avrebbe dovuto personalmente decidere cosa fare in armonia con le sue proprie convinzioni… quindi… certamente c’erano fratelli che erano pieni di amore per il proprio paese. Essi volevano andare al fronte e combattere. Alcuni di loro andarono in Inghilterra e Francia e si recarono direttamente in trincea, e non so tutto ciò che fecero mentre erano lì, ma dopo aver terminato essi ritornarono a casa quando ci fu l’armistizio….noi ci siamo lamentati che fosse venuta la guerra, ed eravamo tutti contro la guerra. Noi dovevamo, comunque, permettere a ogni cittadino di seguire la propria coscienza e decidere da solo la sua posizione in merito al governo. Noi non abbiamo espulso dalla chiesa nessuno di questi membri a causa di una posizione differente su questo aspetto….

Rapporto dell’Incontro con il Movimento di Opposizione (21-23 Luglio 1920) pp. 37-39 (traduzione Inglese dagli archivi della Conferenza Generale degli Avventisti del Settimo Giorno).

Il presidente della Divisione Europea, L. R. Conradi, fece un viaggio negli Usa e spiegò l’intera situazione ai fratelli responsabili di quel paese, nel 1916:  Egli disse:

“ Quando mi incontrai con i nostri fratelli in America nel 1916 e dissi loro queste cose in un dettagliato resoconto che consegnai loro, i fratelli dopo aver sentito l’intera storia ci dissero che in queste difficili circostanze e condizioni noi dovevamo chiedere al Signore la luce e fare il meglio che potevamo” citazione dal sopra menzionato rapporto (traduzione Inglese) p. 20.

I capi Avventisti in Germania affermarono che essi stavano agendo in armonia con le istruzioni ricevute dai capi della Conferenza Generale negli Usa. Essi scrissero:

“ I delegati alla Conferenza di Hessen accettano la posizione Biblica espressa dai capi con riferimento al servizio militare che è solamente una questione civile e che le autorità civili che Dio ha predisposto per questa opera hanno diritto di richiedere il servizio militare secondo 1 Pietro 2:13, 14 e Romani 13:4, 5.

 

Questa posizione della conferenza di Hessen è in armonia con la risoluzione della Conferenza Generale adottata nel Novembre 1915, quando alcuni fratelli responsabili che erano presenti sollevarono la questione del servizio militare, e fu detto loro che la Conferenza Generale lasciava la questione ai fedeli dei diversi paesi con l’opinione che i nostri fedeli avessero la più piena libertà di scegliere quale posizione adottare in merito a questi doveri civili,  e come doversi adattare alle circostanze “ (da Zions-Waechter rivista della Chiesa Avventista Tedesca, No. 5, 1916).

Questa pubblicazione fu uno dei documenti esaminati durante la riunione di Friedensau, dal 21 al 23 Luglio 1920, in base al già citato rapporto, pagina 11.

Davanti a queste testimonianze, gli sforzi fatti per minimizzare la responsabilità delle più alte gerarchie della chiesa in merito alla posizione presa durante la Prima Guerra Mondiale, certamente non hanno alcun effetto.

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PARTE 7

 

DIETRO LE QUINTE

Chiunque non approfondisca i fatti, e si accontenti dell’informazione superficiale fornita dalle fonti ufficiali Avventiste, potrebbe essere indotto a pensare: “ Bene, tre uomini in Europa hanno commesso l’errore di emettere alcuni documenti che non rappresentano la posizione storicamente assunta dalla chiesa”. L’impressione è che, nonostante gli errori commessi da pochi leaders Europei, i quali “confessarono per iscritto di avere torto”, la Conferenza Generale non sostenne questi capi nei loro errori. Le seguenti citazioni confermeranno la nostra affermazione:

Nell’Enciclopedia Avventista del Settimo Giorno  (Commentary Reference Series, vol. 10), p. 1183, si legge:

“La questione militare venne alla luce quando il conflitto tra l’Impero Austro-Ungarico e la Serbia esplose nella Prima Guerra Mondiale agli inizi di Agosto del 1914…”

“Con l’entrata in guerra della Germania, nell’Agosto del 1914, gli Avventisti di quel paese dovettero affrontare la necessità di prendere una decisione immediata relativamente al loro dovere verso Dio e verso la patria quando chiamati al servizio militare…Dopo essersi consultato con i pochi capi della chiesa Avventista presenti nel paese in quel periodo, il presidente della Unione della Conferenza della Germania Orientale informò il Ministro della Guerra tedesco scrivendo, in data 4 Agosto 1914, che gli avventisti del settimo giorno chiamati al servizio militare avrebbero preso le armi come combattenti ed avrebbero prestato servizio in difesa del loro paese nel giorno di Sabato…..

 

“ In conseguenza delle affermazioni contro il Governo Tedesco fatte da alcuni fanatici, le chiese avventiste nello stato della Sassonia furono chiuse per ordine della pubblica autorità. Solo quando tre capi avventisti di Amburgo in una lettera al governo di Berlino del 4 Marzo 1915, riaffermarono la loro scelta di combattere, il bando contro le chiese avventiste in Sassonia venne ritirato…”

“In verità, i tre capi avventisti in Germania assunsero una posizione relativa al dovere degli avventisti nel servizio militare, che era contraria a quella storicamente e ufficialmente mantenuta dalla chiesa sin dalla Guerra Civile Americana (1861-1865)”

Durante la riunione a Friedensau, Germania, nel 1920, A. G. Daniells, allora presidente della Conferenza Generale, cercò di spiegare la gravità della situazione in questo modo:

“ Noi rifiutiamo e non accettiamo certe affermazioni che sono state scritte e pronunciate qui.  Comunque, quando noi consideriamo le circostanze e le motivazioni dietro queste affermazioni, concludiamo che i nostri fratelli qui sono stati fedeli quanto noi in relazione al loro lavoro. E se è così, perché allora uno dovrebbe giudicare l’altro….Noi dobbiamo dire che ognuno ha diritto alla propria convinzione ed a seguire la sua propria coscienza con riferimento alla guerra….Noi siamo pronti ad ammettere di aver commesso errori, ma noi non siamo pronti ad accettare neanche per un minuto l’idea che noi come chiesa abbiamo abbandonato la retta via, e che un altro movimento debba venire a prendere il nostro posto. Noi affermiamo di essere ancora sulla trada giusta, quella originale del Movimento Avventista.” .”-dal rapporto dell’incontro con il Movimento di Opposizione  ( 21-23 Luglio , 1920), pp. 43, 55, 56.

 

Elder L. H. Christian, riferendosi alla crisi europea, diede la seguente spiegazione evasiva ed ambigua:

“ I nostri responsabili in Europa hanno fatto il massimo per tenere tutto insieme, ed è una gioia notare come sono riusciti bene in questo. Il movimento avventista deve gratitudine alla lealtà ed all’estremo zelo dei nostri fratelli dei paesi in guerra, così come al giudizio equilibrato ed ai ragionevoli consigli dei nostri capi dei paesi neutrali. Cosa sarebbe potuto succedere alla causa avventista in Europa durante la guerra se questi uomini non fossero rimasti ancorati saldamente alla verità? “

“Questa ultima visita (di Elder W. A. Spicer, nel 1916) fu di aiuto nello spiegare alla Conferenza Generale la lealtà dei nostri fratelli dell’Europa Centrale al messaggio avventista” RH  8 Giugno 1930.

Nel suo “Coneguenze del Fanatismo”, un durissimo attacco contro il Movimento di Riforma, nel quale spesso la verità è distorta in modo grossolano, Elder Christian afferma:

“E’ vero che queste dichiarazioni furono mandate al governo. Noi abbiamo sempre deplorato ciò, e mai abbiamo provato a nascondere che fosse successo. Noi comunque obiettiamo alla falsa affermazione secondo la quale questo atto fu “una apostasia da parte della Divisione Europea”, poiché non è coerente ai fatti… non ci fu una azione da parte della Divisione Europea che giustifichi una simile affermazione”.

Elder Christian confonde gli argomenti e sfugge al punto essenziale.  Ciòè che nè il Comitato della Divisione Europea nè la Conferenza Generale della Chiesa Avventista abbiano mai posto rimedio alla situazione. L’apostasia semplicemente fu lasciata senza correzione. Per questo, i vertici dovrebbero portare la responsabilità.

“Se i peccati del popolo sono sottovalutati da coloro che hanno posizioni di responsabilità, la collera di Dio sarà su di loro e il popolo di Dio, come corpo unico, sarà ritenuto responsabile per quei peccati”  3T 265.

La pubblicazione di documenti da parte dei leader Europei nei quali si invitavano i membri a far parte della macchina di guerra fu solo la punta dell’iceberg, e l’inizio della rovina. Dopo che i velenosi semi di Sarana furono piantati (sotto forma delle dichiarazioni a sostegno della guerra), i frutti apparirono immediatamente in una copiosa raccolta che cambiò il carattere della chiesa. Da quella sfortunata esperienza in poi, il combattere è stato tollerato dalla leadership della Chiesa Avventista e praticato da una grande maggioranza dei suoi membri.

Si è ripetutamente affermato che i capi Europei ammisero i loro errori. Noi non lo abbiamo mai negato. Ma crediamo che la confessione autentica sia accompagnata da alcune prove. “ La confessione non sarà accettabile a Dio senza un sincero pentimento e una riforma” SC 39. Quelli che sono veramente dispiaciuti per i loro errori non li ripeteranno. La regola per loro è: “Va’, e non peccare più” (Giovanni 8:11).

Those who are sorry for their wrongs will not repeat them. The rule for them is, “Go and sin no more” (John 8:11) .

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PARTE 8

DICHIARAZIONI PUBBLICHE

La controversia nella Chiesa Avventista, che diede vita a una scissione, non poteva sfuggire ad osservazioni dall’esterno. Trovò eco sulla stampa, e fu commentata anche da Protestanti e Cattolici.

  1. Documento di Dresda, Germania (12 Aprile 1918)

“All’inizio della Guerra la nostra chiesa si scisse in due fazioni. Mentre il 98% dei nostri membri, studiando la Bibbia, adottarono il punto di vista che fosse un dovere di coscienza difendere la patria con le armi, e questo anche di Sabato, e mentre questa posizione, presa dai vertici unitariamente, fu immediatamente portata a conoscenza del Ministero della Guerra, un 2% si oppose a questa decisione e, infine, dovettero essere espulsi dalla chiesa a causa  della loro condotta non cristiana. Questi elementi instabili si posero come predicatori, e senza molto successo, cercarono di convertire alle loro folli idee. Essi chiamano loro stessi, falsamente, predicatori ed Avventisti. Ma non lo sono; sono ingannatori. Se questi elementi ricevessero quello che meritano, noi lo considereremmo come un favore fatto a noi. I nostri vertici hanno, fino ad oggi, usato le eccedenze di denaro della nostra chiesa per prestiti di guerra, nella salda speranza che, con l’aiuto di Dio, la Germania uscisse vittoriosa da questa terribile lotta. Ovunque i nostri membri stanno dando il loro aiuto nell’adempiere il loro dovere nel fornire i mezzi necessari alla patria. Gli avventisti sono praticamente tutti sul campo di battaglia, adempiendo fedelmente ai loro doveri, e, come riconoscimento della patria, essi si attendono un trattamento giusto ed equo.  “-Dresdner Neueste Nachrichten, April 12. 1918.

TRA LA PRIMA E LA SECONDA GUERRA MONDIALE

La seria condizione che si venne a creare nella Chiesa Avventista durante la prima guerra mondiale, quando il combattere era permesso o addirittura incoraggiato, fu colpevolmente lasciata senza una correzione. Ma ciò che realmente complicò la questione fu la posizione dichiarata e ufficialmente adottata durante, e confermata dopo la guerra, secondo cui i membri della chiesa sono liberi di servire il loro paese secondo le loro proprie convinzioni sia in tempo di pace che in tempo di guerra (vedi Studio 13). E, in verità, gli Avventisti si comportarono conformemente a questa nuova posizione, in diversi paesi, dopo la Prima Guerra Mondiale. Esempi:

  1. Nell’Unione Sovietica

Durante la quinta assemblea generale in Russia, i capi della Chiesa Avventista del Settimo Giorno dichiararono:

“Il Governo Sovietico si sta adoperando realmente per assicurare la nostra piena libertà di coscienza, permettendoci di adempiere al nostro dovere verso lo Stato secondo le nostre convinzioni di coscienza davanti a Dio e davanti al Governo Sovietico. La dottrina degli Avventisti del Settimo Giorno garantisce ai membri libertà di coscienza su questo tema, e non dà loro alcuna istruzione su come dovrebbero comportarsi, in quanto ogni individuo deve essere responsabile verso se stesso riguardo la questione militare, secondo la sua propria coscienza. La Conferenza degli Avventisti del Settimo Giorno, inoltre, non impedisce ai suoi membri di prestare il servizio militare se la loro coscienza permette loro di farlo.” – Rapporto della quinta assemblea generale degli Avventisti del Settimo Giorno, Mosca, 16-23 Agosto 1924.

La seguente dichiarazione fu fatta durante la sesta assemblea generale degli Avventisti in Russia:

“1. Sulla base degli insegnamenti delle Sacre Scritture (Vecchio e Nuovo Testamento: 1 Sam. 8:10-12; 10:25; Luca 20:25; Rom. 13:1-6 and Tito 3:1), che indicano che le autorità sono incaricate da Dio di proteggere i fedeli  e punire i malvagi, e considerando la dichiarazione della Quinta Assemblea Generale degli Avventisti del Settimo Giorno, nella quale le nostre relazioni con il Governo Sovietico furono chiaramente sottolineate nel 1924, questa sesta assemblea degli Avventisti del Settimo Giorno del 1928 dichiara e decide che alla Chiesa Avventista si chiede di rendere a Cesare quello che è di Cesare, e a Dio quello che è di Dio. Questo significa che essi devono servire lo Stato militarmente e prestare qualsiasi forma di servizio, secondo le regole stabilite per tutti i cittadini.  Questa assemblea considera come falsi maestri coloro che insegnano contrariamente a questa decisione e che cercano di indurre le persone a non adempiere ai loro doveri verso lo Stato. Coloro che fanno questo si comportano contrariamente alle Sacre Scritture e si separano dalla chiesa unita di Dio, mettendosi al di fuori dell’organizzazione Avventista del Settimo Giorno”.

“2. Noi poniamo all’attenzione dei nostri membri il fatto che il pericolo per la nostra chiesa non viene da altre denominazioni e fedi, ma da una organizzazione che si è separata da noi come è indicato in Atti 20:30 e 1 Giovanni 2:19. Pertanto, noi raccomandiamo a tutti i nostri membri: separatevi dai falsi Riformisti che si chiamano erroneamente Avventisti del Settimo Giorno Movimento di Riforma. Essi sono sviati da idee sbagliate sulla santità e creano divisioni tra le schiere di Cristo. L’apostolo Paolo avvertì i fedeli di guardarsi da persone simili  ( Rom. 16:17; Gal. 5:7-9).

 

“Noi dobbiamo prendere posizione contro questi insegnamenti che corrompono, in modo che essi sappiano che non sono nostri fratelli, ma tralci che furono tagliati via dall’albero di olivo di Dio. Interrompiamo ogni relazione e fratellanza con loro in modo che essi provino vergogna (2 Tess. 3:14) e si pentano”  -Rapporto della Sesta Assemblea Generale degli Avventisti del Settimo Giorni, Mosca, 12-19 Maggio 1928

  1. In Romania

La seguente dichiarazione fu inviata dalla Chiesa Avventista al Ministero del Culto e della Pubblica Istruzione nel 1923:

“E’ vero che alla mobilitazione del 1914, ed anche durante la guerra, dal 1916 al 1918, tutti gli Avventisti del Settimo Giorno, in numero di molte migliaia, risposero in prima persona.  I loro ufficiali in molte circostanze li lodarono, testimoniando del loro fedele servizio reso durante il tempo di guerra….

“Se ci sono altri che rifiutano di fare il loro dovere, o di portare armi e prestare servizio militare, allora questi appartengono a un’altra setta o non appartengono a niente, ma interpretano la Bibbia secondo il loro punto di vista”. Atti del Memoriale, pag. 18.

Nel 1924 l’Unione Rumena pubblicò un documento edito dal suo presidente, P.P. Paulini, che affermava:

“ Prestare servizio militare e prendere parte alla guerra non comporta fare un patto col mondo, né equivale a schierarsi con Babilonia. La partecipazione alla guerra è semplicemente un dovere civile. Per quanto riguarda il servizio militare o di guerra, i nostri giovani adempieranno ai loro doveri anche di Sabato”- Profezia, pag. 41.

  1. In Yugoslavia

Nel 1925 la Chiesa Avventista del Settimo Giorno in Yugoslavia pubblicò in libro per diffondere le sue dottrine e pratiche, nel quale spiegava così la sua posizione:

“ Riguardo ai doveri militari- citazioni di 1 Sam. 10:25; 8:11, 12; Rom. 13.

“Secondo lo standard Biblico “dare a Cesare quello che è di Cesare”, i cristiani avventisti compiono tutti i loro doveri, compresi quelli militari. Essi coscienziosamente servono l’esercito con armi in tempo di pace come in tempo di guerra. Nella guerra mondiale un grande numero di Cristiani Avventisti si dimostrò così valido in battaglia da essere decorati con i più alti gradi e medaglie militari”.

Che le foto e i documenti militari di alcuni soldati avventisti nelle pagine 112, 114, 116 e 117 servano come prova dell’affermazione precedente”- Avventismo, pagine 53, 54.

In effetti nelle pagine 112-114 dello stesso libro, per esempio, si mostra come un uomo (in questo caso un anziano della chiesa) possa essere un buon Avventista e un valente soldato allo stesso tempo. Questa è la storia:

“ Al servizio del Re e della Patria “ Come pronipote di Vujice Vulicevica, che è il padrino del coraggioso Duke Karadzardza, che a sua volta è il bisnonno del nostro amato Re Alessandro, io sono entrato nell’esercito il primo Gennaio del 1914, con il 7 Reggimento Infanti. Dopo sei mesi fui trasferito al 9 Reggimento dell’Accademia Militare, nel quale rimasi fino alla guerra con l’Austria. Poi il nostro Reggimento fu sciolto e fui trasferito alla guarnigione artiglieria del 18esimo reggimento dove provai tutto il bene e il male possibile in Albania, Creta, Francia e sul fronte di Tessalonica, combattendo per la libertà della mia Patria”.

“La speranza dell’Avvento mi diede ancora più amore verso la Patria e la Nazione Serba e mi rese un soldato coraggioso. Il mio comandante,  Jovan Leko, che allora era primo capitano, e che è ora luogotenente-colonnello della Guardia Reale e insegnante alla Accademia Militare di Belgrado, mi apprezzava specialmente per questo.

“Una volta bisognava rifornirsi di munizioni e qualcuno doveva andare a prenderle. Nessuno voleva andare e esporsi così a morte sicura. Quindi, alla fine, il mio comandante mandò me, sapendo che non temevo nessuno se non Dio, e che ero completamente fedele al mio giuramento di lealtà verso il re e la Patria.

Il compito fu eseguito con successo e come ricompensa, io ricevetti la nota di merito, fui promosso al rango di caporale, e ricevetti anche la medaglia d’argento per il coraggio.

“Tra il 7 e il 10 Gennaio, dell’anno 1917, sua eccellenza l’erede al trono Alessandro visitò il nostro reggimento ad Elvish e chiese di incontrare i soldati migliori e più coraggiosi del nostro reggimento. Il mio comandante mi chiamò e mi presentò a sua eccellenza, che mi assegnò una medaglia d’oro. Queste onorificenze ancora adornano il mio petto, ed io le porto con orgoglio e rispetto.

“In seguito ricevetti altre due onorificenze, una per lealtà alla Patria nel 1915 e l’altra per il periodo tra il 1915 e il 1918.

“Poi fui trasferito dal 18esimo al 7imo reggimento, da cui fui congedato” .Zivadin Branko Vulicevica, Azanja, 30 Agosto  1925.

Non è il nostro scopo gettare disprezzo su questo uomo, dal momento che lui si comportava in accordo alla posizione assunta dalla chiesa. Alla luce del messaggio del terzo angelo, comunque, noi non abbiamo altra opzione che dire che una tale procedura è evidentemente una chiara trasgressione alla legge di Dio. Quando un membro come individuo prende una posizione sbagliata, noi diciamo “Quell’uomo sbaglia”. Ma quando la chiesa assume una posizione indifendibile e la rivendica usando per confermarla esempi tra i suoi stessi membri, allora diviene evidente che la chiesa è fuori dalla giusta strada.

In conseguenza della nuova posizione presa dalla chiesa relativamente al servizio militare, aperte violazioni della legge di Dio, specialmente del quarto comandamento, si manifestarono tra i ranghi della denominazione, in particolare in alcune aree. Di seguito un chiaro esempio:

“Difficoltà in Europa

“E’ difficile a credersi, ma in Europa la mancanza di libertà è un problema reale. In neanche un paese della nostra Divisione ai bambini è consentito di frequentare la scuola del Sabato. Tutti sono iscritti a scuole pubbliche, tranne quelli i cui genitori possono pagare la retta per iscriverli alla scuola privata. In alcuni paesi le scuole private non sono permesse.

“In un paese, la Yugoslavia, i bambini devono produrre certificati di battesimo per poter frequentare la scuola. Per questo, tutti i bambini degli Avventisti vengono battezzati da un prete cattolico per poter ottenere un certificato di battesimo.

“In praticamente tutti i paesi il servizio militare è obbligatorio per legge. Tutti i giovani devono essere sotto le armi per un periodo da un anno e mezzo a tre anni. Non possono neanche sognare di osservare il Sabato. Il servizio militare prende i ragazzi nell’età più impressionabile e li pone sotto le condizioni più sfavorevoli, senza alcun aiuto religioso. Alcuni nostri fratelli mostrano un carattere fedele obbedendo a Dio. In alcuni paesi tutte le unità militari devono ascoltare predicazione cattolica e assistere alla messa. Queste condizioni sembrano essere reali ostacoli allo sviluppo di un carattere Cristiano”. .”-La Revista Adventista [giornale avventista pubblicato in Argentina], Novembre 1937, ultima pagina.

  1. In Germania

Citiamo da un articolo pubblicato su un giornale Avventista in Germania:

“ Ci sono sempre stati Cristiani che hanno cercato di estendere il loro amore per i nemici oltre gli obblighi che noi abbiamo verso noi stessi e verso gli altri. Essi sono andati talmente oltre da pensare che qualsiasi combattimento per la verità, i diritti e per difendere la proprietà sia peccato; che non sia permesso fare una azione giudiziale davanti a un giudice in tribunale; e che qualsiasi combattimento anche per difendersi sia un crimine. Questo concetto è sbagliato.  Dovessero tutti gli uomini sostenere questa idea, allora naturalmente il paradiso perduto verrebbe restaurato per l’umanità. Tuttavia questa condizione non sarà raggiunta finchè Satana e il peccato regneranno nel mondo. Laddove ci sono differenze di opinione e di conoscenza di un certo argomento, o dove la rabbia delle passioni animali controlla uomini brutali, c’è anche la contesa; perciò, la autorità sono necessarie per la protezione dei diritti e della proprietà contro le minacce del male. Laddove, comunque, tra nazioni governate da diverse leggi, non si possa prendere una soluzione legale, ogni parte cerca di rafforzare i propri diritti con la forza. Perché laddove i diritti non sono più rispettati, non si può essere neanche sicuri della propria vita.

“Per questa ragione, il soldato va a combattere, affronta il nemico, e combatte contro di lui per la libertà, i diritti e le proprietà della Patria. Così egli adempie un sacro dovere. Per il bene della futura sicurezza, egli cerca di rendere il nemico inoffensivo distruggendo le sue forze. Ma anche nel mezzo della battaglia il soldato può mostrare amore Cristiano: verso l’avversario disarmato egli usa gentilezza, verso il nemico conquistato egli usa misericordia, compassione verso i prigionieri. In questo modo egli fa per il bene dei suoi nemici tutto quello che desidererebbe per lui se si trovasse nella stessa sfortunata condizione.” .”-Der Adventbote [ rivista SDA pubblicata  in Germania], 15 Ottobre, 1927.

In un opuscolo preparato da Hilda Jost, capo del dipartimento benessere della Chiesa Avventista del Settimo Giorno in Germania, e pubblicato dalla casa editrice Avventista di Amburgo, Germania, nel 1935, la fedeltà nell’adempimento dei doveri militari era richiesta ai membri. L’istruzione era questa:

“Colui che disprezza il vero Cristianesimo è anche ostile all’opera del benessere, essendo perciò nemico dello Stato.

 

Tutti quelli che diffondono infedeltà sotto qualsiasi forma danneggiano le preziose proprietà della nazione. Portare via il Cristianesimo dalla nostra gente significa tagliare le radici dall’albero della nostra vita nazionale.

E’ la realizzazione del Cristianesimo che dà al nostro popolo il suo peculiare carattere nazionale. D’altra parte lo Stato ha diritto di contare sulle facoltà spirituali, fisiche e materiali di tutti i suoi cittadini. Lo Stato non deve aspettare di vedere se, nell’ora del pericolo e del bisogno, alcuni vorranno volontariamente prendere le armi. Lo Stato deve vegliare sempre in modo che la nazione sia sempre pienamente armata per respingere ogni nemico fuori dai confini e per sottomettere ogni ribelle contro le leggi del paese. Chiunque rifiuta di rendere il servizio alla Patria agisce con disonore e taglia ogni legame con l’intera nazione.

“Lo Stato deve salvaguardare e proteggere l’onore della nazione. Pertanto lo Stato è rivestito dell’autorità data da Dio , che è il punto saliente della sua virtuosa costituzione. In questo modo libertà ed ordine sono garantiti, e da questo accordo ogni individuo riceve la più grande benedizione” Il Nostro Servizio al Popolo, pag.12.

 

  1. In Sud America

All’inizio della Guerra Chaco (1932-1935) tra Bolivia e Paraguay, il presidente della Chiesa Avventista del Settimo Giorno di Bolivia affermò che il popolo avventista in Bolivia stava per affrontare una grande prova. Egli scrisse:

“In questo momento centinaia di nostri membri, inclusi insegnanti, evangelisti, e membri laici, si trovano sul campo di battaglia. A tutti coloro a cui posso parlare prima che muoiano io consiglio di portare in tasca le loro Bibbie, ed anche il Nuovo Testamento per l’opera missionaria nelle trincee. Attendiamo interessanti resoconti per mostrare come Dio protegge i Suoi fedeli in questa guerra, in modo da trasmettere le notizie ai fratelli. Durante le quattro settimane in cui son stato assente dalla Bolivia, in vacanza a Melendo, in Perù, ho sentito che molti altri insegnanti ed evangelisti hanno dovuto lasciare le nostre chiese e scuole per andare a svolgere i doveri militari al fronte. Ci dispiace che ciò sia accaduto, tuttavia abbiamo ancora fiducia in Dio e sappiamo che Lui sa come usare i nostri fratelli per predicare la verità anche in quei post dove sono ora. Quando i nostri figli raggiungono l’età del servizio militare, essi devono marciare verso il fronte della battaglia, ma i loro genitori anziani rimangono dietro con i loro fratelli minori, consacrando le loro vite a Dio”.  Revista Adventista [rivista SDA paper pubblicata in Bolivia], 5 Dicembre, 1932.

In questi esempi, noi vediamo non solo una pratica sbagliata sfortunatamente sostenuta dalla chiesa, ma, quel che è peggio, anche una nuova posizione dottrinale che non può essere armonizzata con le richieste della legge di Dio. Secondo questa nuova posizione, un membro della chiesa può servire come soldato, svolgendo i suoi doveri militari al fronte, e rimanere un Avventista. Per quanto ci riguarda, l’affermazione che Dio consideri gli Avventisti che combattono come “i Suoi fedeli in guerra” è una contraddizione in sé, che contiene una idea dottrinale molto pericolosa.

Nel tentativo di replicare alle nostre obiezioni, alcuni hanno detto che “i Riformisti si riferiscono alla storia antica”. Forse essi non si rendono conto cosa la loro affermazione realmente implica. Stanno virtualmente suggerendo che una apostasia, che invece di essere rimossa, si permette che diventi profondamente radicata debba essere infine considerata come una condizione innocua, perché è diventata “consolidata nel tempo”?

Coloro che sono inclini a ragionare in questo modo non sono mai stati capaci di dirci perchè essi, applicando la stessa logica, non abbiano accettato delle apostasie ancora più antiche, come il cambiamento dal Sabato alla Domenica. Era forse questa una controversia locale e temporanea sollevata da Joseph Bates? Noi non useremmo le prove documentali che dimostrano cosa la chiesa fece durante la prima guerra  mondiale, se il problema fosse stato realmente risolto. Se un autentico pentimento avesse avuto luogo, come si richiedeva, allora l’apostasia sarebbe stata eliminata. Ma noi vediamo che essa mette radici sempre più profonde, e come essa cresca e faccia frutti, dopo la Prima Guerra Mondiale. Pertanto, non possiamo rimanere in silenzio. Dobbiamo mostrare l’inizio, lo sviluppo e le conseguenze finali di questa nuova posizione dottrinale.

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PARTE 9

DURANTE LA SECONDA GUERRA MONDIALE
Quando Hitler salì al potere nel 1933, ordinò un riarmamento su larga scala e iniziò a sviluppare il suo progetto di conquista. La dottrina Nazista richiedeva che la Germania diventasse di nuovo un grande potere militare. Questo rese evidente che la Second Guerra Mondiale non era lontana.
Dopo la Prima Guerra Mondiale, si disse che la chiesa non avrebbe ripetuto l’errore fatto nel 1914-1918. Tuttavia la realtà dimostrò, per nostra grande delusione, che essa stava seguendo lo stesso corso. Infine un’altra guerra mondiale scoppiò e ai nostri fratelli Avventisti fu data una nuova opportunità di dimostrare se erano a favore o contro la legge di Dio. Se essi erano realmente pentiti di quello che avevano fatto durante la prima guerra mondiale, essi avevano una eccellente possibilità, ora, di redimersi dal loro passato fallimento. Le dichiarazioni citate di seguito, tratte dai loro stessi scritti, ci mostrano come essi si comportarono.

1. In Germania
“Noi siamo ora in mezzo a una tempesta di eventi che sconvolgono il mondo….
“Non dovremmo mai aspettarci che i principi del regno di Dio possano diventare realtà nei regni del mondo. Essi hanno la loro legislazione, e questo anche secondo la volontà di Dio. Altrimenti le Scritture non parlerebbero dello Stato come investito della sua autorità da Dio. Pertanto, noi ci sottomettiamo, volontariamente e di buon grado, a qualsiasi servizio ci sia richiesto. Per coloro che perderanno le loro vite nel fare ciò, si possono applicare le parole: “ Nessun amore più grande un uomo può avere, di colui che sacrifica la sua vita per i suoi amici (Giovanni 15:13). “
Ricordiamo i nostri combattenti e specialmente i nostri fratelli che stanno rischiando le loro vite per il loro paese e per coloro che sono rimasti indietro. Noi pregheremo anche per il Fuehrer ed i suoi collaboratori”- Der Adventbote [giornale SDA publicato in Germania], 1 Ottobre 1939.
“Mentre i nostri fratelli, padri e figli oltre i confini sono impegnati nella più dura battaglia, passando di vittoria in vittoria, per la grandezza e il futuro della Patria, noi sentiamo l’intervento di Dio nel mondo, negli eventi di cui siamo stati testimoni in queste scorse settimane. In Sua adorazione, ringraziamo Dio che, nella Sua saggia provvidenza, ha dato il Fuehrer al nostro popolo”.
“ Intanto noi non possiamo, né vogliamo stare fermi. Noi abbiamo dimostrato questo in passato, ed ora lo stiamo dimostrando di nuovo, perché è una decisione sacra quella di mettere la volontà di Dio in atto. L’orgoglio che noi proviamo, come Tedeschi, per le grandi vittorie dei nostri soldati, è per noi un incentivo ad imitarli nel fronte domestico e ad usare la nostra forza più coscienziosamente per ottenere la vittoria” Was tun die Adventisten in der Wohlfahrtsphlege? [Rapporto del Welfare della Chiesa SDA del 1939, Germany].
“Noi non dimenticheremo mai il momento in cui la conclusione dell’armistizio con la Francia venne annunciata a noi…”
“Raccogliemmo il nostro coraggio, ci mettemmo al lavoro e, di fronte alla necessità, combattemmo come mai fatto prima. E Dio ha orientato il destino in nostro favore… la Germania crede che bisogna fare sacrifici fino al limite massimo delle nostre possibilità, e crede anche che Dio benedice la nostra battaglia umana.  Questo sentimento fu espresso in parole gioiose ma umili, e fu messo nei nostri cuori come fu cantato in sacre melodie e suonato dai nostri campanili. E rimarrà fino all’ultimo momento della battaglia, che ci porterà alla vittoria sull’ultimo degli avversari e poi avremo la pace”.
“Quanto gloriosa è l’ora della vittoria.! Noi, che una volta fummo vergognosamente ingannati riguardo alla vittoria e alla pace giusta, ora l’abbiamo assaporata con gioia quieta e profonda, e tuttavia senza alcuna arroganza….questo non è solo un modo di dire ipocritamente religioso; è una dichiarazione fatta con senso di responsabilità davanti a Dio….
“Combattere e sacrificarsi sarà ancora necessario. Per cosa?  Bene, questo è abbastanza chiaro. Pensare alla vittoria significa pensare a compiti impegnativi. Un popolo che non può farsi intimidire da nessun nemico armato o altra minaccia, non mancherà di fare l’ultimo sforzo sulla strada verso l’obiettivo, né da compiti futuri, non importa quanto grandi essi siano. Noi siamo stati messi al mondo per combattere e lavorare…”
“Noi, soldati al fronte, abbiamo lasciato le nostre case e i nostri affari, e siamo qui per difendere il paese da queste postazioni avanzate.. -Der Adventbote [rivista SDA pubblicata in Germania], 15 Luglio, 1940- 1 Giugno 1941.
“Oggi noi viviamo in tempi grandi ed eccitanti, nei quali il nostro destino dipende da decisioni e compiti importanti. Siamo nel mezzo di una guerra totale e spaventosa. Questa battaglia è naturalmente combattuta direttamente e principalmente dai nostri soldati all’estero, al fronte, ma poiché è una lotta totale, l’intera nazione prende parte a essa. Tutti i bravi Tedeschi sono combattenti allo stesso livello, e tutti devono perciò comportarsi e combattere come soldati nel senso più pieno del termine. Devono essere coraggiosi, prudenti, disposti al sacrificio, e mostrare un senso del dovere, come se il risultato dipendesse da ciascuno individualmente. In questo modo la vittoria è egualmente sentita nel cuore di ciascuno di noi. In qualunque posto siamo, noi dobbiamo dimostrare, ogni giorno e ogni ora, di essere valenti soldati, degni dei nostri eroici fratelli sul campo di battaglia. Solo un pensiero dovrebbe dominarci oggi: come possiamo aiutare a conseguire la vittoria? Noi dovremmo dirigere tutti i nostri sforzi verso questo obiettivo, le nostre parole e i nostri silenzi, i nostri desideri e le nostre richieste. Questa guerra così estesa richiede da tutti i bravi Tedeschi i maggiori sforzi attraverso un periodo di attesa, sforzo, sacrificio e combattimento. .”–Gegenwarts-FEagen [giornale SDA in Germania], 7 Novembre, 1941.

2. In Romania
“ Solo quelli che hanno avuto questa esperienza possono capire cosa significa portare avanti il lavoro delle nostre istituzioni e delle nostre conferenze, quando  molti dei nostri uomini sono stati arruolati.
“In Romania, per esempio, il presidente dell’Unione, i presidenti delle conferenze di stato, i segretari-tesorieri, gli uomini dei dipartimenti, i ministri, i propagandisti, i capi e gli impiegati delle istituzioni, come anche i responsabili della chiesa, dovettero lasciare i loro posti per rispondere alla chiamata del paese. Molti di loro sono stati sotto le armi sin dall’inizio della guerra. Solo Dio sa quanto continueranno…. In alcune conferenze di stato l’intero corpo dei propagandisti, inclusi i leaders, sono stati arruolati… se i nostri ministri avessero potuto rimanere nelle loro posizioni, invece di essere arruolati, il numero dei battezzati sarebbe stato più alto” .”-La Revista Adventista [pubblicata in Argentina], Marzo 1941.

3. In Unione Sovietica
“Sono contento, Fratello Branson, di registrare che il nostro lavoro nella vigna del Signore è stato coronato dal successo in questi ultimi anni e siamo proprio felici di questo. La guerra che ha colpito il nostro amato paese complicò le condizioni del nostro lavoro. Molti fratelli sono andati al fronte per difendere la Patria… e allo stesso tempo noi stiamo aiutando con tutte le nostre forze ad affrettare il giorno della vittoria finale sul nemico…il vostro fratello in Cristo G.A. Grigorieff.” Botschafter [gionale SDA in Germania, pubblicato da Pacific Press Publishing Association], 1 Gennaio 1943.

4. In Australia
“Se l’Australia fosse invasa, allora gli Avventisti combatterebbero fino all’ultimo uomo per difendere il loro paese e le loro convinzioni” Mr. E. B. Rudge, presidente del Movimento in Australia ” -Smith’s Weekly (Australia), 25 Gennaio, 1941.

5. Nelle Filippine

“Ho avuto il privilegio di lavorare per Dio nelle isole Filippine per molti anni prima dell’ultima Guerra mondiale, come preside dell’Università dell’Unione Filippina. Quando la Seconda Guerra Mondiale coinvolse le Filippine, i giovani furono chiamati a difendere il paese… le loro anime sarebbero state fortificate per la prova che dovevano affrontare? Sarebbero loro stati preparati ad affrontare il nemico e a morire? Migliaia di giovani filippini marciarono verso Bataan e verso la morte. Li vidi agitare la mano mentre partivano pieni di coraggio, non pensando neanche che la maggior parte di loro non sarebbero neanche ritornati. Molto presto essi si trovarono nel mezzo delle foreste e delle montagne di Bataan, coinvolti in quella terribile battaglia, sospesi tra la vita e la morte. Per più di tre mesi, di giorno e di notte si poteva sentire e vedere la battaglia dalla sede dell’Università. Lì i pochi professori e studenti rimasti si incontravano, pregavano, aspettavano, osservavano, pensavano e custodivano la speranza che i loro figli ed amici sarebbero stati leali, fedeli, e che sarebbero ancora rimasti in vita” -Revista Adventista [pubblicata in Brasile], Marzo 1947.

6. In Cina
“Un vero soldato Cristiano …appena i suoi doveri lo consentivano, il Colonnello Djang cercava la chiesa Avventista. Di settimana in settimana si riuniva con i fratelli per adorare Dio…
“Appena dopo che gli eserciti stranieri ebbero invaso la Cina, compagnie dell’esercito Cinese si affrettarono per resistere agli invasori. Il colonnello Djang fu mandato con i suoi uomini alla terribile battaglia intorno a Shangai. Come ufficiale Avventista non era facile per lui adempiere i suoi doveri quotidiani, a fronte come in trincea, e vivere al tempo stesso secondo i principi Cristiani. Nondimeno, il Colonnello Djang decise di essere fedele e fare il suo meglio per trasmettere questa verità ai suoi subordinati. Non molto dopo, ci furono un gran numero di soldati che partecipavano al culto della mattina, e un gruppo ancora più numeroso che frequentava la scuola del Sabato che si teneva settimanalmente.
“In modo impressionante il Signore ascoltò le preghiere del Suo servitore. Egli ottenne il permesso di ritirarsi con i suoi uomini lontano dalla linea di fuoco ogni Venerdi in un posto dove potevano riposarsi e osservare il Sabato. La scuola del Sabato lì era diversa da qualunque altra scuola in tutto il mondo, in quanto era condotta in situazioni di pericolo ed in circostanze che potevano continuamente cambiare….
“Per due anni essi tennero i raduni della scuola del Sabato senza gli opuscoli delle lezioni, ma egli istruì i membri sulle verità bibliche come meglio poteva. Prese con lui una copia delle “Dottrine Bibliche” per aiutarsi nella preparazione dei suoi studi e sermoni biblici….
“La moglie del Colonnello Diang, che fu in grado di accompagnarlo recentemente al fronte, è ora sovrintendente della Scuola del Sabato del Fronte. Una classe di studio Biblico viene condotta anche da soldati. Preghiamo per questo soldato Cristiano, che è fedele alla bandiera del Principe Emmanuele, e che combatte sia per la Patria terrena che per quella celeste”. O Missionario Trimestral [raccolta preparata dal Dipartimento della Scuola del Sabato della Conferenza Generale SDA ], edizione Portoghese pubblicata in Brasile, Ottobre-Dicembre 1940.
Come possiamo notare, di nuovo la posizione dottrinale sostiene che un Avventista, mentre si mantiene fedele alla bandiera di Cristo, può andare al fronte a combattere.

7. Negli USA
“La Gioventù Avventista e la Seconda Guerra Mondiale.
“Per me fu uno dei programmi più belli e commoventi del congresso. Al suono delle trombe 100 veterani di guerra, in uniforme, marciarono verso il palco. Poi la bandiera americana fu portata sul palco, scortata dalla guardia d’onore e accompagnata dall’Inno Nazionale, che fu cantato dalla grande congregazione che assisteva al congresso. Furono letti gli argomenti dell’agenda e citazioni nelle quali famosi ufficiali di alto rango, come McArthur, raccontavano dell’eroismo, coraggio e devozione dei giovani Avventisti nel teatro di guerra, che avevano esposto le loro vite per salvare altre vite nel servizio medico. Fu impossibile evitare le lacrime quando un giovane Avventista, ferito in guerra, fu portato sul palco sulla sedia a rotelle spinta da un’infermiera. Ma la più forte emozione fu sentita molto profondamente quando una croce bianca, molto bianca, fu posta al centro del palco, accanto alla bandiera nazionale. Una giovane ragazza vestita di nero mise un mazzo di fiori ai piedi della croce simboleggiando il dolore delle madri, mogli e spose Avventiste per i loro cari caduti in guerra, servendo il loro paese come Cristiani. La tromba suonava in sordina. Emozionante! Indescrivibile! Non c’è alcun dubbio che la gioventù Avventista sia la migliore del mondo, sia in guerra che in pace”- Rivista Avventista (giornale della SDA pubblicato in Brasile- Febbraio 1948).
E’ stato detto che “I Riformisti giunsero alla conclusione non corretta che la Conferenza Generale aveva approvato l’apostasia dei capi della Chiesa Europea” (1914-1918), e che essi avrebbero dovuto contattare la Conferenza Generale “per verificare se le loro conclusioni fossero corrette” “ ma che essi “decisero di non farlo”. Quelli che fanno simili affermazioni mancano su un punto. Noi crediamo nel pentimento, nella confessione e nella correzione. Il pentimento e la confessione sono autentici solo se seguiti dall’abbandono del peccato attraverso un lavoro di profonda riforma. Se gli stessi peccati sono ripetuti in continuazione, e tollerati dalla Conferenza Generale, allora è evidente che non c’è alcun sincero pentimento e che la cosiddetta confessione non è stato altro che una finzione. Non dobbiamo chiedere alla Conferenza Generale questa informazione perché noi possiamo, con i nostri stessi occhi, vedere cosa sta accadendo in realtà.

 

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PARTE 10

DOPO LA SECONDA GUERRA MONDIALE

Dopo la seconda guerra mondiale divenne generalmente accettata nella Chiesa Avventista la nuova posizione dottrinale secondo la quale un Avventista può servire il suo paese, sia in pace che in guerra, secondo la sua convinzione personale, e rimanere un Avventista. Oggi difficilmente un qualsiasi membro della chiesa protesterebbe contro questa affermazione. Le seguenti citazioni, la maggior parte tratte da pubblicazioni della chiesa avventista, forniranno un quadro chiaro della attuale situazione:

 

“ E’ noto che i membri della nostra chiesa servono nell’esercito e prendono parte alla difesa della Patria come tutti gli altri cittadini della Yugoslavia. I nostri credenti adempiono tutti i loro doveri militari e sono pronti a servire per la difesa del paese con tutti i mezzi, perché le Sacre Scritture non proibiscono loro di fare ciò” Dichiarazione fatta da Rados Delic, capo della Chiesa SDA in Yugoslavia, da Nedelne Inforrnativne Novine (una rivista settimanale pubblicata in Yugoslavia, del 4 Maggio 1952.

“ Nei differenti corpi delle Forze Armate Americane, sia in Germania, che in Giappone o in Corea, sia nelle caserme, o nelle trincee, o sulle navi militari, noi troviamo soldati Avventisti” Der Adventbote (giornale SDA pubblicato in Germania- 15 Agosto 1952).

“ Quale letteratura i nostri ragazzi in Corea, Giappone o Germania possono usare per fare l’opera missionaria? La Commissione Internazionale del Servizio ha preparato una serie di opuscoli missionari per questo scopo, e ne ha mandato molte migliaia di copie alle forze armate attraverso i cappellani militari e i nostri stessi rappresentanti” RH 28 Agosto 1952.

“Il numero di soldati Avventisti cresce di giorno in giorno. Il numero di essi impegnati in Vietnam cresce quotidianamente. Il Governo ha assicurato alla chiesa una ulteriore assegnazione di cappellani per prendersi cura del crescente numero di soldati Avventisti”  RH 23 Dicembre 1965.

“Una nazione dopo l’altra sta chiedendo rinforzi per affrontare la situazione cui si trova di fronte in un mondo inquieto. La maggior parte di questi rinforzi sono per il servizio militare. Virtualmente ogni nazione sta costruendo la sua forza militare difensiva. I volontari per riempire i ranghi sono richiesti urgentemente, e quando questi non bastano, si ricorre a un processo di arruolamento obbligatorio o coscrizione.

“La gioventù Avventista a migliaia è chiamata a prestare il  servizio militare per i loro paesi attraverso questi processi di coscrizione. Come cittadini obbedienti essi accettano volentieri, anche se a volte con qualche apprensione, quando sono chiamati a assolvere i loro obblighi militari. Essi riconoscono che le responsabilità di essere cittadini devono ricadere egualmente su tutti coloro che beneficiano del governo civile.” RH 15 Dicembre, 1966.

“I giovani Avventisti oggi stanno servendo le loro nazioni nelle forze militari sotto diverse bandiere e in svariate circostanze” RH 29 Dicembre 1966.

“ Sebbene le chiamate di arruolamento siano state grandemente ridotte e l’assegnazione di truppe oltremare sia stata limitata, abbiamo ancora un gran numero di uomini che servono in uniforme. Tra questi ci sono tanti giovani Avventisti che la chiesa non deve dimenticare” Pacific Union Recorder, 22 Maggio, 1972.

“ Ci sono state tre tendenze nell’Esercito Americano nei mesi passati che potrebbero essere significative per gli Avventisti del Settimo Giorno. La prima, il numero di quelli arruolati si sta lentamente avvicinando a zero. Seconda, c’è un notevole incremento nel numero di coloro che hanno un’educazione Avventista del Settimo Giorno e che entrano volontariamente nell’Esercito. Terza, ci sono stati più casi di membri di chiesa con problemi a gestire il Sabato nei loro compiti militari di quanto ce ne siano stati per molti anni” Pacific Union Recorder,  29 Gennaio 1973.

 

“Pochi anni fa, quando era in corso la guerra in Vietnam, in pochi volevano andare a fare il servizio militare. Da quando la guerra è finita, c’è stato in molti un cambiamento di opinione, fino al punto che un certo numero di giovani uomini e donne Avventisti del Settimo Giorno si stanno volontariamente arruolando nelle Forze Armate”  -Pacific Union Recorder, 23 Giugno 1975.

“ Sulle montagne di Burma, i ribelli Karen considerano la loro guerra per la libertà altrettanto seriamente che la loro religione. Per centinaia di orfani che si uniscono alla guerriglia, è l’occasione per dimostrarsi soldati Cristiani. A sedici anni essi possono volontariamente arruolarsi nell’esercito per combattere i Buddisti Burmesi, ma anche bambini di 12 anni lasciano i loro giochi per i fucili automatici e per affrontare le fatiche della guerra. Guidati da un devoto Avventista del Settimo Giorno, il Generale Bo Mya, i Karen continuano da 34 anni una guerra per ottenere uno stato autonomo in Burma, cosa che è stata largamente dimenticata e ignorata nel mondo.  E i bambini che marciano pregando e cantando inni stanno pagando con le loro vite in quella che è diventata una guerra religiosa. Bo Mya è un Cristiano di stampo puritano, che frequenta ogni giorno incontri di preghiera- ed è così che i Karen hanno sostenuto il loro ottimismo attraverso anni di spargimento di sangue” People [Rivista australiana pubblicata a  Melbourne], 30 Gennaio 1984.

Non servono altre citazioni. Quanto abbiamo letto è sufficiente per dimostrare che la partecipazione nell’Esercito, sia in pace che in guerra, è ora sostenuta e incoraggiata dai capi della chiesa, anche in pubblicazioni ufficiali, in armonia con i nuovi insegnamenti della chiesa.

PARTE 11

LA POSIZIONE ATTUALE DELLA CHIESA AVVENTISTA DEL SETTIMO GIORNO (SDA)

Un paragone tra la posizione originaria e quella attuale della Chiesa SDA verso la questione in discussione mostra un importante cambiamento, come è sufficientemente dimostrato. E questo cambiamento è un serio problema perché riguarda la legge di Dio. Dopo che la Chiesa SDA fu organizzata, si comprese che la non partecipazione era l’unica posizione coerente con la legge di Dio. Oggi, comunque, secondo gli insegnamenti della chiesa, si può partecipare se le proprie convinzioni ci dicono di fare ciò. E’ una questione di scelta individuale. Esempi:

1 Il Concilio della Divisione Europea annunciò la seguente risoluzione a Gland, in Svizzera, il 2 Gennaio 1923:

“ Noi garantiamo a ciascuno dei membri della nostra chiesa la assoluta libertà di servire il proprio paese in tutti i tempi e in tutti i posti, in accordo a quanto gli dettano le sue personali convinzioni di coscienza”- The Review and Herald,  6 Marzo 1924

  1. Istruzioni in tal senso sono state fornite come di seguito:

“Gli Avventisti del Settimo Giorno, classificati dai loro governi come non combattenti, desiderano di partecipare tutti allo sforzo bellico, mentre avanzano fianco a fianco con i loro compagni soldati, per affrontare il nemico e se necessario morire per il paese e per Dio…e gli insegnamenti del Maestro li hanno convinti che non è solo un dovere ma un privilegio servire in difesa del loro paese. E’ il desiderio di darsi interamente a Dio che impone loro di essere patriottici e fedeli al loro paese” YI 20 Marzo 1951.

“Sebbene il nostro ideale Avventista per la nostra gioventù in guerra è la non belligeranza, noi non assumiamo una posizione dogmatica in merito a ciò. Di conseguenza, noi non escludiamo dalla chiesa i giovani che non si arruolano nell’esercito per non combattere. Lungi da noi. Li seguiamo nelle forze armate con le nostre preghiere. Riconosciamo che riguardo questa ed altre questioni in merito ai doveri di un Cristian ed all’interpretazione della Scritture, probabilmente non ci sarà mai un pieno accordo. Alcune questioni devono essere lasciate alla coscienza individuale. ” RH 28 Febbraio 1963.

“La coscienza individuale prevale sempre e per questo è possibile per un giovane Avventista sia essere un combattente che essere un obiettore di coscienza, rimanendo un Avventista” da un bollettino pubblicato dalla Conferenza dell’Australia Occidentale, 25 Settembre 1967.

“ Gli Avventisti del Settimo Giorno degli Stati Uniti sono registrati dal nostro Governo come non combattenti…la chiesa non tenta di indicare una posizione a ciascuno dei membri, ma ogni persone deve basarsi sulle proprie convinzioni di coscienza…l’ultimo paragrafo del documento lascia la decisione finale alle convinzioni di coscienza degli individui coinvolti sia che scelga la classificazione 1-A, la 1-A-O o la 1-0. Comunque gli insegnamenti della Chiesa sono ancora quelli di scegliere la classificazione 1-A-O.” Harry Garlick, Rapppresentante di Area, National Service Organization.- “Pacific Union Recorder, 16 Novembre, 1970.

1-A indica il servizio militare attivo

1 A-O indica Non Combattente

1-O indica Totale Obiettore (non partecipante al servizio militare)

“ L’autentico Cristianesimo si manifesta nell’essere buoni cittadini leali verso il governo civile. Lo scoppio della guerra tra uomini in nessun modo altera il supremo legame di un Cristiano e la sua responsabilità verso Dio né modifica l’obbligo di praticare le sua fede e di mettere Dio prima di ogni altra cosa”

“ Questo legame con Dio attraverso Gesù Cristo che venne nel mondo non per distruggere vite umane ma per salvarle fa si che gli Avventisti del Settimo Giorno debbano scegliere una posizione da non combattenti…. Questa affermazione non è una posizione rigida che vincola i membri della chiesa ma è una indicazione, che lascia gli individui liberi di valutare da sé la situazione.”

“ 1. Per I membri negli Usa, il consiglio della chiesa è che la migliore azione è rappresentata dall’opzione 1-A-0 (prendere parte al servizio militare come non combattenti).

“2. Un membro negli Usa che prende la sua personale decisione di come soddisfare l’obbligo di servire il paese dovrà prima considerare l’insegnamento della chiesa sul non combattere che dovrebbe portarlo a scegliere l’opzione 1-A-0. Se a causa delle sue convinzioni personali egli sceglie un’altra opzione, il suo pastore, insegnante o un altro operaio della chiesa dovrebbe aiutarlo a soddisfare i requisiti legali per assicurare l’esercizio della sua opzione… a) per quelli che scelgono la opzione 1-0 (servizio civile alternativo al servizio militare) dovranno essere forniti guida e consigli pastorali….b) per coloro che secondo coscienza scelgono la opzione 1-A (servizio militare come combattenti), dovrebbe essere fornita guida e consiglio pastorali per soddisfare i loro bisogni dal momento che la Chiesa si astiene dal giudicarli” 1972 ANNUAL COUNCIL (NAD), “La relazione degli Avventisti del Settimo Giorno con il governo civile e la guerra .”

“Un Avventista del Settimo Giorno perderebbe il ruolo di membro di chiesa se diventasse un regolare soldato che combatte? No. Mentre la posizione della chiesa è verso il non combattere, l’individuo deve prendere la sua decisione personale sulla questione, e la chiesa rispetta la coscienza di chi sceglie di portare le armi” ST [giornale australiano ], 3 Gennaio 1972.

“In particolare nell’opuscolo Tu e il Servizio Militare, noterete che la questione del non combattimento non è una prova di adesione alla chiesa, di conseguenza come voi avete indicato non appare nel Manuale di Chiesa o sul vostro certificato di battesimo. Questo è un punto sul quale la chiesa crede che ogni membro come individuo debba fare la propria scelta. La chiesa offrirà supporto pastorale e assistenza a tutti i membri sia che scelgano la posizione del pacifismo (completa astinenza dalla violenza), la non belligeranza (rifiuto di addestrarsi con le armi e di usarle) o il servizio come combattenti”- Lettera di . D. Martin, Direttore della Organizzazione Nazionale di Servizio della Chiesa Avventista del Settimo Giorno, datata 24 Giugno 1975.

Quando tutti i fatti menzionati in questo opuscolo vengono presi in considerazione, non si può sostenere che, dalla Guerra Civile (1861-1865) ad oggi non ci sia stato un cambiamento nella posizione della Chiesa SDA verso il servizio militare e la partecipazione alla guerra, alla luce della legge di Dio. C’è stato evidentemente un cambiamento. La chiesa raccomanda la partecipazione come non combattenti (o cooperazione coscienziosa), ma chiarisce che la decisione finale spetta all’individuo. Dal momento che è stato dichiarato che ogni membro è libero di scegliere come servire il suo paese, sia in tempo di pace che in guerra, il coinvolgimento diretto che ha caratterizzato la Chiesa Avventista in diverse nazioni, dopo la 1^ Guerra Mondiale, deve essere considerato come una inevitabile conseguenza. Gli organi della chiesa e i membri hanno agito in coerenza con la nuova posizione della chiesa.

 

PARTE 12

OBIEZIONE DI COSCIENZA CONTRO COOPERAZIONE COSCIENZIOSA

Secondo le pubblicazioni ufficiali, la Chiesa SDA si è dichiarata non combattente verso la fine della Guerra Civile (1864-1865), e durante la Prima (1914-1918) e la Seconda Guerra Mondiale (1939-1945). “ Noi siamo stati non combattenti per tutto il corso della nostra storia”, essi dicono, cercando di dare l’impressione di non aver cambiato la loro posizione rispetto a questo principio. Ma le prove dimostrano esattamente l’opposto.

Alla fine della Guerra Civile.

Nel 1864 e 1865 gli Avventisti dichiararono la seguente posizione  (F. M. Wilcox, Gli Avventisti del Settimo Giorno in tempo di guerra, pp. 58, 62, 24):

“La denominazione dei Cristiani chiamati Avventisti del Settimo Giorno, prendendo la Bibbia come regola di fede e di vita pratica, concordano unanimamente che i suoi principi sono contrari allo spirito ed alla pratica della guerra; per questo essi si sono in coscienza opposti all’uso delle armi (3 Agosto 1864).

“Io capisco quale sia la giusta condotta per i nostri fratelli in caso di arruolamento…essi sono in coscienza contrari all’uso delle armi..noi siamo un popolo che rifiuta di combattere….” (24 Agosto 1864).

“Noi siamo obbligati a rinunciare a ogni partecipazione ad atti di guerra e cruenti” (23 Maggio 1865).

In quei tempi, si usavano comunemente come sinonimi termini come “non combattenti”, “non partecipanti” e “obiezione di coscienza”.

Sulla base di “convinzioni di coscienza fondate sui dieci comandamenti” gli Avventisti del Settimo Giorno si opponevano alla guerra, per cui essi si avvalevano della “clausola di esenzione prevista dalle leggi sull’arruolamento, che si applica a coloro che sono contrari alla guerra per convinzioni di coscienza e religiose”

From “conscientious convictions founded upon the ten commandments” SDA’s were “opposed to engaging in war”, so they availed themselves of “the exemption clause in the enrollment law, which applies to those who are opposed to war from religious and conscientious convictions.”- (F. M. Wilcox, Gli Avventisti del Settimo Giorno in tempo di guerra ,p. 64).

“Fino al Luglio del 1864 l’esenzione era disponibile a tutti, ma dopo quella data solo gli obiettori di coscienza poterono esercitarla. I capi della chiesa subito cercarono e ottennero una regola secondo la quale gli Avventisti del Settimo Giorno dovevano essere considerati non combattenti” (la Storia della Nostra Chiesa, pag.496).

Il documento firmato dal Maresciallo Generale Preposto, a Washington, del 26 Settembre 1864, dice:

“ I membri di denominazioni religiose che dichiarano o giurano di opporsi in coscienza all’uso delle armi, e ai quali tale uso è proibito da regole ed articoli di fede e pratica di tali denominazioni religiose, devono, quando sono arruolati per il servizio militare, essere considerati non combattenti, ed essere assegnati alla Segreteria di Guerra per servire in ospedali, o per curarsi dei feriti, o pagare la somma di trecento dollari a chi sarà designato dalla Segreteria di Guerra per impiegare tale somma a beneficio dei soldati feriti o ammalati” ( F. M. Wilcox, Gli Avventisti del Settimo Giorno in tempo di guerra, p. 61.)

 

Questo è come gli Avventisti del Settimo Giorno, quando erano arruolati, ottenevano l’esenzione a quei tempi. Gli Avventisti che, invece di avvalersi della clausola dell’esenzione, decidevano di arruolarsi nel servizio di guerra, erano espulsi dalla chiesa. Citazione da “The Review and Herald”:

“Poichè l’arruolamento volontario nel servizio di guerra è contrario ai principi di fede e di pratica degli Avventisti del Settimo Giorno contenuti nei comandamenti di Dio ed alla fede in Gesù, non possono essere mantenuti nella chiesa coloro che  si arruolano” RH 7 Marzo, 1865.

 

Nelle recenti guerre

Quando gli Avventisti negli USA furono direttamente coinvolti nella Prima Guerra Mondiale essi rinnovarono la loro dichiarazione di non belligeranza ma apportarono dei fondamentali cambiamenti.

“Nella riunione del comitato esecutivo della Conferenza della Divisione Nord Americana, tenutasi a Huntsville, Alabama, il 18 Aprile 1917, la dichiarazione di non belligeranza della Conferenza Generale del 1865 fu adottata come espressione dei principi degli Avventisti del Settimo Giorno della Conferenza della Divisione Nord Americana. Questa dichiarazione fu archiviata dal Ministero della Guerra a Washington il 26 Aprile 1917 e pubblicata nel Review and Herald del 14 Giugno 1917” ( F. M. Wilcox, Gli Avventisti del Settimo Giorno in tempo di guerra, p. 84.)

Al tempo della Guerra Civile (1861-1865) i non combattenti erano obiettori di coscienza, e in quanto tali non andavano in guerra. Da quanto considerato nelle pagine precedenti, sappiamo già che gli Avventisti del Settimo Giorno dichiarandosi non combattenti rifiutavano qualsiasi partecipazione in atti cruenti e di guerra. Ma, dalla Prima Guerra Mondiale (1914-1918) in poi, il concetto di non belligeranza ha assunto un diverso significato.

Il Review and Herald del 14 Giugno 1917 informò che il Congresso aveva approvato una legge che esonerava dall’arruolamento alcune classi, ma chiariva, stabilendo la clausola di esenzione, che “nessuna persona così esentata potrà essere esentata dal servizio in qualsiasi attività che il Presidente possa definire come di non combattimento”. (nota del traduttore: significa che l’esenzione valeva solo per il combattere vero e proprio, ma non per altre attività che facevano parte del servizio militare e che erano considerate di non combattimento). (Gli Avventisti del Settimo Giorno in tempo di guerra, p.110). Un documento emesso dalla Commissione Servizio Militare della Conferenza Generale degli Avventisti del Settimo Giorno, intitolato “ Regole ed Istruzioni per i non combattenti” informava che il servizio militare non combattente, come definito dal Presidente degli Usa, includeva le seguenti attività: “servizio nei corpi medici, servizio nei distaccamenti sanitari collegati alle unità combattenti al fronte, qualsiasi servizio tecnico, ed anche, dietro le zone di operazione militare, i seguenti servizi: costruzione e riparazione di strade ferrate, e di strade asfaltata, costruzione di fortificazioni di retroguardia, difese ausiliarie, di sbarramenti, magazzini, e di edifici costruiti dal Corpo Ingegneria, lavori topografici, di riproduzione mappe, di camuffamento, servizi di manutenzione, servizi idrici e forestali” (stesso testo , pag .126.)

 

Dal momento che si era creata una distinzione tra obiezione di coscienza, e cooperazione coscienziosa, gli Avventisti del Settimo Giorno prontamente annunciarono la loro scelta:

“E’ stata accettata come evidenza il fatto che gli Avventisti del Settimo Giorno, invece di enfatizzare la loro obiezione di coscienza, desiderano dare un reale contributo al loro paese enfatizzando la loro cooperazione coscienziosa” RH 8 Giugno 1941.

” Come mai prima di allora, i giovani della Chiesa Avventista degli Usa, in base alla Legge sul Servizio Selettivo del 1948, avranno l’opportunità di dimostrare se essi sono veramente cooperatori coscienziosi, come affermano di essere, o sono in realtà obiettori di coscienza, cosa che hanno ripudiato”.

“I loro predecessori nel servizio militare, dodicimila di loro durante la Seconda Guerra Mondiale, dimostrarono gloriosamente la verità di questa affermazione”  (YI 24 Agosto, 1948).

La differenza è chiara: prima, gli Avventisti si dichiaravano non combattenti rifiutando qualsiasi partecipazione in atti di guerra (Gli Avventisti in Tempo di Guerra, pag, 24). Quando arruolati, richiedevano l’esenzione e, invece di andare al fronte, erano assegnati a servizio in ospedale, alla cura dei feriti o erano obbligati a pagare la somma di trecento dollari (stesso testo, pagina 61). Ora gli Avventisti si dichiarano non combattenti, o cooperatori coscienziosi, e spiegano di essere pronti ad andare al fronte e a eseguire i compiti militari corrispondenti al loro status. Essi affermano: “ La non belligeranza Cristiana porta coloro che la sostengono a chiedere al governo, quando sono chiamati, di essere collocati in quei settori e compiti di servizio militare o civile che consentano loro di rendere il servizio che desiderano dare” RH 10 Ottobre 1940.

La Unione della Conferenza Austro-asiatica degli Avventisti del Settimo Giorno emise la seguente dichiarazione nel 1941: “In armonia con le convinzioni di coscienza della maggioranza dei suoi membri, il nostro orientamento come denominazione verso la guerra è la non belligeranza… il termine non belligeranza deve essere distinto dalla non partecipazione….l’essere d’accordo o in disaccordo con la posizione di non belligeranza della chiesa non deve essere un elemento di esclusione dalla chiesa..”- (Diritti e Relazioni.)

“I cooperatori coscienziosi, quando servono al fronte, possono essere non coinvolti direttamente nell’atto di uccidere, ma lavorano comunque in collaborazione alla macchina da guerra di Satana, che si oppone ad ogni principio della legge di Dio” (1T 361). Questo avvertimento deve essere quindi preso in seria considerazione:

“Noi non dovremmo mai sancire il peccato con le nostre parole, o fatti, il nostro silenzio o la nostra presenza” DA 152

Fino ad ora abbiamo considerato solo un punto di differenza nel cambiamento in discussione. Un secondo punto di differenza, come abbiamo visto prima, è che la non belligeranza, nel suo nuovo significato, è solo “raccomandata dalla chiesa” ( RH 28 Aprile 1983). In realtà, ogni Avventista è libero di scegliere come servire il suo paese.  Si può essere un non combattente, un obiettore di coscienza, o un combattente, e rimanere membro di chiesa.

 

Sotto questa libertà di scelta, non c’è uniformità nella posizione Avventista sul servizio militare e sulla questione bellica. In Usa, Australia e Gran Bretagna, si dà per scontato che la maggioranza degli Avventisti scelgano di servire come cooperatori coscienziosi. Ma in altri paesi, dove il governo non dà loro libertà di scelta, la maggior parte serve come soldati, usando la libertà di scelta che la chiesa fornisce loro. Questa circostanza è chiara nei precedenti capitoli di questo articolo.

Alla luce di tutte queste prove, non è possibile sostenere che la chiesa non abbia mai cambiato la sua posizione su questa materia controversa.

 

PARTE 13

LA RISPOSTA A DUE OBIEZIONI

  1. Il popolo di Dio impegnato in guerra nel passato

Si obietta spesso che in passato il popolo di Dio combattè molte guerre con l’approvazione di Dio. E questo è vero. Quello che chi obietta ciò sembra ignorare è che le circostanze sono cambiate con l’inizio dell’era Cristiana. L’antico Israele era una teocrazia. In qualità di unione politica e razziale, essi si dichiaravano la nazione il cui Re è Dio, la nazione che Lui ha scelto come Sua eredità (Salmi 33:12), ed essi dovevano combattere solo come atto di obbedienza a Dio, con lo scopo di eseguire i Suoi giudizi su nazioni molto empie. Il moderno Israele, la chiesa di Dio dei nostri giorni, è formata di elementi di tutte le razze e nazioni. Oggi Dio non riconosce nessuna razza o nazione come una Sua nazione teocratica. Quando due nazioni, oggi, sono in guerra tra di loro, e la chiesa ha membri in ciascuna parte del conflitto, ed entrambe le fazioni in guerra pregano per la vittoria, questo non è in armonia con i piani di Dio, ed Egli non ascolta le loro preghiere.

Nei nostri tempi è infatti Satana che incita le nazioni a fare guerra l’una all’altra. “Satana ama la guerra, perché essa eccita le peggiori passioni dell’anima e condanna per l’eternità le sue vittime ricoprendole di vizio e di sangue. Il suo scopo è di incitare le nazioni a farsi guerra, in modo che lui possa distrarre le menti degli uomini dal prepararsi ad affrontare il giorno del Signore”.GC 589.

Nell’era del  Nuovo Testamento non si suppone che noi Cristiani dobbiamo uccidere, ma salvare. “ Perché il Figlio dell’uomo non è venuto per distruggere gli uomini, ma per salvarli” (Luca 9:56). Egli ha detto: “ Il Mio regno non è di questo mondo” Giovanni 18:36.

Per evitare abusi (inquisizione, persecuzioni) quando le leggi umane entrano in conflitto con la legge di Dio, il Signore divide le responsabilità tra Stato e Chiesa, con due distinte autorità e due diverse fonti di reddito. Egli disse: “Date a Cesare quel che è di Cesare, e a Dio quel che è di Dio” Marco 12:17. Questo significa che il potere legislativo e giudiziario da una parte, e quello spirituale dall’altra dovrebbero evitare reciproche interferenze.

  1. Apparenti contraddizioni risolte

Per giustificare la procedura che la chiesa sta seguendo dal 1914, alcuni utilizzano una lettera (nota del traduttore: uno scritto da Selected Messages di E.G. White) in cui è scritto:

“Noi abbiamo appena detto addio a tre dei nostri responsabili di ufficio che sono stati reclutati dal governo per un richiamo militare di tre settimane. Ci trovavamo in una fase molto importante del nostro lavoro editoriale, ma il governo ci chiede di non utilizzare le persone in base alla nostra convenienza. Chiede che i giovani che ha accettato come soldati non evitino l’esercizio di attività essenziali per il servizio militare. Noi siamo contenti di vedere che questi uomini con i loro reggimenti hanno ricevuto onorificenza per la lealtà della loro opera. Essi erano giovani fedeli e leali”.

“Essi non sono andati per loro scelta, ma perché la legge della loro nazione lo richiedeva. Noi abbiamo dato loro parole di incoraggiamento affinchè si dimostrassero soldati fedeli alla croce di Cristo. Le  nostre preghiere seguiranno questi giovani, affinchè gli angeli di Dio possano accompagnarli e preservarli da qualunque tentazione” ” 2SM 335.

Le informazioni contenute in questa lettera dovrebbero essere considerate alla luce di tre importanti fatti:

  1. La lettera non specifica il tipo di lavoro assegnato a questi tre uomini, ma per esempio nell’Esercito Svizzero coloro che erano arruolati erano liberi di scegliere un servizio medico. Citiamo da Review and Herald: “In Svizzera gli osservanti del Sabato hanno la scelta di unirsi ai dipartimenti sanitari, in cui sono esentati dal portare armi; ma i compiti da svolgere al Sabato non sono appropriati per il santo giorno del Signore” RH 3 Novembre , 1885.
  2. In questa lettera non c’è una parola che sancisce la partecipazione attiva in guerra, o il servizio combattente, o qualsiasi tipo di non osservanza dei comandamenti. I tre giovani sono incoraggiati ad essere soldati fedeli alla croce di Cristo e ammoniti a resistere ad ogni tentazione. L’addio dato a loro con questo specifico consiglio non va inteso come un suggerimento a non osservare la legge di Dio, ma piuttosto a rimanere fedeli ad essa. Per cui non vediamo contraddizioni tra 1T 361 e 2SM 335. Lo Spirito di Profezia è sempre coerente.
  3. Questa lettera è datata 2 Settembre 1883, non 1886. Il 2 Settembre 1883 la Sorella White non si trovava in Svizzera, ma in un incontro di campo nel Vermont, Usa. Se tale lettera è realmente sua, scritta da Basilea, Svizzera, il 2 Settembre 1886 (come è scritto in 2SM 335), allora lei sbagliò a scrivere la data. E questo è ciò che molto probabilmente è successo. Ma la opinione che Sorella White scrisse solo la traduzione dettata di un rapporto ricevuto dalla Svizzera nel 1883 può essere anche essa plausibile. Un giorno noi riceveremo più informazioni su questo manoscritto.

PARTE 14

RIASSUNTO

Per tre principali ragioni non concordiamo con la nuova posizione assunta dalla Chiesa Avventista dalla Prima Guerra Mondiale in poi:

 

  1. Durante la Guerra Civile, quando gli Avventisti dichiaravano la loro posizione come “non belligeranza” essi intendevano “non partecipazione”. Le loro convinzioni di coscienza li obbligavano a declinare ogni partecipazione ad atti cruenti e di guerra. Oggi quando la Chiesa SDA dice: “Noi siamo non combattenti” essa intende: “La chiesa raccomanda la non belligeranza” ma “noi garantiamo a ciasscun membro la assoluta libertà di servire il suo paese in tutti i tempi e tutti i luoghi, secondo quanto detta le sue personali convinzioni di coscienza. “La chiesa lascia la decisione finale alle convinzioni di coscienza dell’individuo”. Se qualcuno sceglie di essere “un combattente o un obiettore di coscienza”, può essere ancora un Avventista. La differenza tra la vecchia posizione e la nuova è evidente.
  2. La nuova posizione equivale a una licenza ufficiale a violare la legge di Dio. Lo Spirito di Profezia chiarisce perché il popolo di Dio non può partecipare “perché ciò si oppone ad ogni principio della loro fede”. Nell’esercito essi non possono obbedire alla verità e al tempo stesso agli ordini dei loro superiori. 1T 361.Per questo, assumendo un atteggiamento negativo nei confronti della legge di Dio su questa questione, la chiesa ha cambiato la sua relazione con Dio e con il Suo regno. (GC 582; TM 16, 17).
  3. La nuova posizione consente a chi viola apertamente la legge di Dio di rimanere nella chiesa. Non è nostro scopo di giudicare le migliaia di giovani avventisti che hanno preso le armi alla chiamata del loro paese. Molti hanno seguito in buona fede il consiglio ricevuto dai capi della loro chiesa. La responsabilità e la colpa spetta ai leader di chiesa che “fanno errare il Mio popolo”. Garantendo ai suoi membri la libertà di violare i comandamenti di Dio, la chiesa come corpo è diventata colpevole nei confronti di Dio.

 

“Dio ci mostra  che quando il Suo popolo si trova nel peccato essi dovrebbero una volta per tutte prendere severe misure per separarsi dal peccato, affinchè la Sua indignazione non rimanga su di loro. Ma se coloro che hanno posizioni di responsabilità passano sopra i peccati delle persone, la Sua indignazione sarà sopra loro, ed il popolo di Dio come organismo sarà considerato responsabile di quei peccati”  3T 265.

Nella nostra opinione, lo scarto temporale non è un argomento che esclude la serietà di questa situazione perchè quando un errore o un male non viene corretto, e quanto più passa il tempo,  tanto più diviene consolidato. “Gli errori possono diventare vecchi; ma l’età non rende un errore verità, né la verità un errore” 6T 142. “Alcuni hanno suggerito che non c’è ragione di essere coinvolti in una questione che sorse più di 60 anni fa tra una parte dei membri europei della chiesa e la autorità della stessa. Questo è quasi come dire che noi non abbiamo niente da fare con la controversia avviata da Joseph Bates e pochi altri pionieri relativamente alla questione Sabato-Domenica più di cento anni fa. Noi non stiamo cercando di fare un paragone. Né vogliamo moltiplicare gli esempi. Noi desideriamo solo enfatizzare che noi come Avventisti stiamo attualmente combattendo contro vecchie apostasie, che non sono state seppellite con il passare dei secoli.

Gli Avventisti del Settimo Giorno Movimento di Riforma non è una nuova forma di Avventismo con nuove idee sulla dottrina; è piuttosto un sforzo onesto di continuare sui vecchi sentieri e camminare su essi, e una scelta di rimanere sulla vecchia piattaforma dottrinaria (EW 258, 259) e di costruire su di essa. Il nostro principale scopo è di esaltare la legge di Dio violata.

Noi non professiamo di essere una chiesa “riformata”, come se il nostro lavoro fosse finito e noi fossimo soddisfatti di quello che abbiamo ottenuto. Noi crediamo di essere in un percorso di riforma descritto da Sorella White in “Un Sogno Rimasto Impresso” (2T 594-597), dove lei vide un gruppo di persone che percorreva una strada che si faceva sempre più stretta. Ad ogni passo noi sentiamo la nostra esigenza: “ Noi ora abbiamo bisogno di ricominciare daccapo. La riforma deve entrare nel cuore, nell’anima e nella volontà” 6T 142. “Riforma, la continua riforma, deve essere presentata come necessità al popolo” CH 445.

La riforma, che non deve la sua esistenza a noi come popolo, perché noi non l’abbiamo inventata, è un piano, un programma di Dio, chiaramente previsto nella Bibbia e nello Spirito di Profezia e rivelato a coloro che vogliono onestamente metterla in pratica. Noi non siamo responsabili per l’apparizione della profetizzata riforma  più di quanto gli astronomi non siano responsabili per l’apparizione di una cometa nei cieli.

Il nostro nome”Avventisti del Settimo Giorno Movimento di Riforma” ci sfida ad affidarci completamente alla verità contenuta nel messaggio del terzo angelo, e traccia una distinta linea di demarcazione tra coloro che stanno abbassando gli standard e coloro che esaltano la verità davanti al mondo, a qualsiasi costo.

Il Signore ha stabilito il Suo programma di riforma, e noi tutti possiamo farne parte se lo vogliamo. Se, comunque, noi non desideriamo essere in linea con questo piano, noi saremo tralasciati e potremo scegliere la nostra strada, che non porterà alla salvezza. E il Signore chiamerà altri al nostro posto.
FINE ARTICOLO.