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La verità sulla “Pasqua”

La verità sulla “Pasqua”

 

La cosiddetta Pasqua che oggi si celebra in quasi tutto il mondo definito “cristiano” non ha niente a che fare con il termine Pasqua, e con il suo reale significato. La parola Pasqua deriva dall’ebraico “Pesach” e significa “Passaggio”. Il termine Pesach, infatti, trae origine da una vicenda del Libro dell’Esodo. In esso Dio annuncia al popolo di Israele, ridotto in schiavitù in Egitto, che Lui lo libererà e, dato il rifiuto degli egiziani, Dio annuncia la loro punizione: “In questa notte io passerò attraverso l’Egitto e colpirò a morte ogni primogenito egiziano, sia fra le genti che tra il bestiame”.

Tramite Mosè Dio ordina al popolo di Israele di marcare gli stipiti delle loro porte con del sangue di agnello cosicché: “Io vedrò il sangue e passerò oltre, colpirò invece con il mio castigo l’intero Egitto e a voi non succederà niente“. La frase “passerò oltre” viene resa in ebraico con la parola Pesach. In inglese essa viene tradotta letteralmente con “pass over”, contratta in Passover, per indicare la festa ebraica della Pasqua.

Secondo la Sacra Scrittura, la Bibbia, la celebrazione della Pasqua Ebraica (Pesach) era una rappresentazione di Gesù Cristo; infatti, il sacrificio dell’agnello il cui sangue, posto sullo stipite della porta, avrebbe salvato i primogeniti degli Ebrei dalla strage di tutti i primogeniti in Egitto decretata da Dio, è una immagine, una simbologia che anticipava il sacrificio espiatorio di Gesù, l’Agnello di Dio, il cui sangue versato avrebbe salvato l’umanità.

Per cui la venuta di Cristo sulla Terra, la Sua morte espiatoria, e il sangue realmente versato hanno adempiuto quanto rappresentato nella Pasqua, e rendono quindi inutile, posteriormente alla reale crocifissione di Gesù, la celebrazione della Pasqua in senso ebraico.

La “Pasqua” che si celebra nel mondo “cristiano” è o pretende di essere nominalmente la commemorazione della resurrezione di Cristo, che si è compiuta nella Domenica successiva alla Pasqua Ebraica. Infatti, Gesù celebrò la Pasqua ebraica (Pesach-Passover) con i discepoli nella cosiddetta “Ultima Cena” in un giorno che era probabilmente Giovedi, ma che era sicuramente il quattordicesimo giorno del primo mese del calendario ebraico, il mese di Nisan, corrispondente al nostro mese di Marzo.

La Bibbia, neanche nel Nuovo Testamento, ci dice di celebrare e commemorare con una “festa” la resurrezione di Gesù. Se lo avesse voluto fare, avrebbe detto chiaramente quale era il giorno della resurrezione, e questo sarebbe stato sicuramente e senza possibili equivoci il diciassettesimo giorno di Nisan, diciamo l’attuale 17 Marzo.

Allora perché il mondo dice di celebrare la resurrezione di Gesù, ma non lo fa nel giorno “giusto”, e per di più lo fa ogni anno in un giorno diverso? Cosa in realtà si nasconde sotto la cosiddetta Pasqua Cristiana?

Il Professor Walter Veith, nel libro “La verità conta: in fuga dal labirinto dell’errore”, ci dice che la Pasqua cosiddetta cristiana in Inglese non si chiama Passover; si chiama Easter, ed è chiaramente derivata da una festa celebrata in onore della dea pagana Ishtar (detta anche Astarte o Astoreth). La Chiesa Cristiana, divenuta cattolico/romana, come sappiamo inserì tante pratiche e rituali pagani nel cristianesimo delle origini. La Pasqua inoltre è anticipata da un periodo di digiuno chiamato Quaresima, che dura quaranta giorni.  Il digiuno di quaranta giorni era una commemorazione della morte e risurrezione di Tammuz (ed è anche una pratica dell’Islam). Quindi la Pasqua attuale, e la Quaresima sono in realtà rispettivamente la celebrazione della Dea Madre (Madre di Dio!) Ishtar (la Regina del Cielo, divinità adorata dai Fenici, dagli Assiri e dai Babilonesi sotto vari nomi, figura pagana che sarebbe stata introdotta nel Cristianesimo sotto forma di Maria, la Vergine, la cosiddetta Madonna ) ed un digiuno commemorativo della morte del Dio Tammuz, anche questo una divinità pagana adorata nell’antica Babilonia. La Quaresima fu introdotta nel calendario cattolico dal vescovo di Roma nel 519 D.C.

Allo scopo di introdurre la festa di Easter (Pasqua pagana) nel calendario cattolico, le date furono cambiate in modo che questa Pasqua fosse celebrata un mese dopo dell’originaria Pasqua ebraica (e non a caso quest’anno il mondo celebra la Pasqua il 16 Aprile…). Questo per allinearla alle antiche date pagane, e la nuova data per “Pasqua” fu così introdotta con la forza. In questo giorno, gli antichi accendevano fuochi e cuocevano il pane per la regina del cielo, decorandolo con l’antica croce pagana in un cerchio che rappresentava il sole. Ancora oggi, il pane caldo a forma di croce è una usanza di Pasqua in molti paesi “cristiani” del mondo. L’uovo anche è un simbolo pagano che rappresenta la rinascita (di Tammuz, il Dio Sole), ed uova decorate venivano tradizionalmente mangiate in questo giorno di festa dagli antichi popoli pagani. L’antico Israele era già sedotto dall’antica religione di Babilonia. In Geremia 7:18 leggiamo:

“ I figli raccolgono la legna, i padri accendono il fuoco e le donne impastano la farina per fare delle focacce alla regina del cielo, e poi fanno libazioni, ad altri dei per provocarmi ad ira” .

Fratelli e sorelle, riflettiamo sulla pericolosità di uniformarci alle usanze del mondo, delle chiese che si dicono cristiane e che ci chiedono di “eliminare le differenze” e di unirci a loro nell’” unità ecumenica”, unità purtroppo fondata sulla menzogna e non sulla verità.

Dario Lauri – Chiesa di Torino