CONFERENZA DEL CAMPO ITALIANO SULLE DOLOMITI (29, 30 Giugno e 1, 2 e 3 Luglio 2016) – LE MIE IMPRESSIONI
I giorni 29, 30 Giugno e 1, 2 e 3 Luglio 2016 si è svolta la Conferenza del Campo Italiano nel meraviglioso scenario naturale delle Dolomiti Bellunesi, a pochi passi dalle Tre Cime di Lavaredo. Il titolo della conferenza era: “Fermatevi, e incontrate Dio”.
Il luogo scelto per la Conferenza è stato quanto di più adatto al tema portante potesse esserci, perché proprio a contatto con la natura nella sua immagine più gloriosa, pura ed incontaminata per noi è più facile liberarci dalle ansie e dagli affanni quotidiani, “staccare la spina” che ci connette al mondo (Internet compreso!…), fermarci, appunto, e soprattutto incontrare Dio nella bellezza di ciò che ha creato che esprime e canta in eterno la lode al grande amore ed alla immensa potenza rappresentata dalla Sua Opera Creatrice.
Il programma è stato intenso e ricco, pieno di “tesori” spirituali che ognuno di noi dovrebbe portarsi a casa e riprendere nella quotidianità, quasi fosse una pianta o un fiore raro e di struggente bellezza colto sulla cima di una montagna a 2000 metri di altitudine. Nell’impossibilità, per ragioni di spazio, di descrivere, anche sinteticamente, tutti gli interventi, personalmente ci sono stati quattro momenti che mi hanno colpito maggiormente e tonificato il mio spirito e toccato l’anima.
Il fratello Arcadii Mangul nella sua predica come di consueto piena di autentica e fervente passione cristiana ci ha fatto riflettere tutti su un punto di importanza fondamentale: noi siamo eredi, assegnatari di un tesoro inestimabile, il più prezioso che esiste al mondo, e come qualsiasi erede di un patrimonio, ne veniamo in possesso senza alcun merito da parte nostra, ma solo in base ai meriti e per grazia del Signore. E’ Lui, infatti, che ha messo in piedi questo patrimonio, creato questo tesoro e lo ha messo nelle nostre mani, dando a ciascuno di noi la possibilità, il libero arbitrio, di scegliere se amministrarlo bene e farlo fruttare, divenendone in qualche modi degni, pur avendolo ereditato senza meriti, o se piuttosto dissiparlo, sprecarlo inseguendo dei tesori terreni che sono invece falsi e contraffatti.
Il fratello Daniele Campodonico ci ha ricordato quello che la Parola di Dio ci rivela sui tempi della fine, e sui segni che devono farci capire che quei tempi sono oramai alle porte, tracciando degli importanti parallelismi tra le profezie bibliche e quello a cui stiamo assistendo in questi tempi, guerre tra nazioni, guerre in nome di una falsa religione, ed al tempo stesso l’ossessiva e insidiosa ricerca di una “pace” falsa, che non è la vera pace ossia la pace degli uomini con il loro Creatore, ma la pace del mondo, il tentativo di unire nazioni, lingue e fedi non in nome della verità ma in nome della menzogna e della negazione della Bibbia e di Gesù Cristo.
Il programma dei giovani del Sabato pomeriggio è stato allietato dalla musica per archi magnificamente suonata dai giovani fratelli dell’Ungheria e della Croazia, ed ha avuto il momento per me più emozionante nella commovente testimonianza di una giovanissima sorella della lontana Australia, che ha raccontato e cantato della sua esperienza di fede missionaria e della forza e convinzione datale dall’episodio biblico che riguarda il giovanissimo profeta Geremia:
“La parola dell’Eterno mi fu rivolta, dicendo: Prima che io ti formassi nel grembo di tua madre, ti ho conosciuto; prima che tu uscissi dal suo grembo, ti ho consacrato e ti ho stabilito profeta delle nazioni. Io risposi: Ahimè, Signore. Eterno, io non so parlare, perché sono un ragazzo. Ma l’Eterno mi disse: Non dire: Sono un ragazzo perché tu andrai da tutti coloro ai quali ti manderò e dirai tutto ciò che ti comanderò. Non temere davanti a loro, perché io sono con te per liberarti, dice l’Eterno. Poi l’Eterno stese la sua mano e toccò la mia bocca; quindi l’Eterno mi disse: Ecco, io ho messo le mie parole nella tua bocca…”
Infine, è stato particolarmente emozionante e toccante per me rivivere dopo due settimane dal mio battesimo l’emozione di questo evento meraviglioso che ha riguardato due sorelle, nonna e nipote, con un filo che lega a Cristo Gesù ben tre generazioni familiari.
Nella bellezza di questi tre giorni, non posso personalmente trascurare la gioia che per me ha rappresentato la presenza di mia figlia Laura come ospite del gruppo dei giovani della nostra Chiesa, e l’accoglienza calda e amichevole dei titolari della struttura che ci ha ospitati, la Casa Alpina “La Rondinella” e del proprietario dell’albergo vicino al lago di Auronzo di Cadore dove si è svolto il battesimo.
Questo ci dimostra che fuori della chiesa, nel mondo, ci sono tante anime che aspettano un segno, un intervento da parte nostra che le metta in comunicazione, in collegamento con Gesù, e questo rende essenziale la nostra opera missionaria e da parte nostra il non isolarci al nostro interno.
Non dobbiamo essere “del mondo”, ma essere “nel mondo”, per lavorare là fuori, dove è difficilissimo, ma non impossibile, e a maggior ragione gratificante quando ci si riesce, conquistare anime a Cristo.
E soprattutto quando le preoccupazioni quotidiane ci assalgono, non è necessario essere tra le maestose cime delle Dolomiti per fermarci e incontrare Dio… possiamo e dobbiamo farlo sempre, anche nella quotidianità, anche nel chiuso della nostra stanza…basta ascoltare lo Spirito Santo che bussa alla porta della nostra anima e non esitare nell’andargli ad aprire…..
“Fermatevi e riconoscete che io sono Dio; Io sarò esaltato fra le nazioni, sarò esaltato sulla terra.” – Salmi 46:10
Lauri Dario.