Ellen G. White (1827-1915, USA)
“C’è chi spande generosamente e diventa più ricco, e c’è chi risparmia più del necessario e diventa sempre più povero. La persona generosa si arricchirà e chi annaffia sarà egli pure annaffiato.” Proverbi 11:24, 25.
“Ma l’uomo nobile escogita nobili disegni e si prefigge cose nobili.” Isaia 32:8.
La divina sapienza ha stabilito, nel piano di salvezza, la legge di azione e di reazione, facendo l’opera di beneficenza, in tutti i suoi rami, doppia benedizione. Colui che dona al bisognoso benedice gli altri ed è benedetto lui stesso in un grado ancora più grande. Dio potrebbe raggiungere il suo scopo nel salvare i peccatori senza l’aiuto dell’uomo; ma egli sa che l’uomo non potrebbe essere felice senza fare una parte nella grande opera nel quale egli avrebbe coltivato l’abnegazione e la benevolenza.
Affinché l’uomo non perdesse i benedetti risultati della benevolenza, il nostro Redentore fece il piano di arruolarlo come suo compagno di lavoro. Per mezzo di una catena di circostanze che avrebbero fatto nascere le sue carità, Egli concede all’uomo i migliori mezzi per coltivare la benevolenza e abitualmente lo tiene dando l’aiuto al povero e per far progredire la Sua causa. Con le sue necessità, un mondo rovinato attinge da noi i talenti di mezzi e di influenza, per presentare ad esso la verità, della quale essi hanno disperato bisogno. E quando noi siamo attenti a questi appelli con lavoro e atti di benevolenza, noi diventiamo simili all’immagine di Colui che per amor nostro divenne povero. Nel donare, noi benediciamo gli altri e così accumuliamo le vere ricchezze.
La Gloria del Vangelo
È la gloria del vangelo che è fondata sul principio di restaurare nella razza caduta la divina immagine con una costante manifestazione di benevolenza. Questa opera iniziò nelle corti celesti. Là Dio decise per dare agli esseri umani una evidenza inconfondibile dell’amore con quale li considera. Egli “ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna.” Giovanni 3:16.
Lo spirito di generosità è lo spirito del cielo. Lo spirito dell’amore altruistico di Cristo è rivelato sulla croce. Egli diede tutto quello che aveva e poi diede se stesso, affinché l’uomo potesse essere salvato. La croce di Cristo si appella alla benevolenza di ogni seguace del benedetto Salvatore. Il principio là illustrato è dare, dare. Questo, eseguito nella benevolenza effettiva e nelle buone opere, è il vero frutto della vita cristiana. Il principio delle persone mondane è ottenere, ottenere, e così aspettano di assicurarsi la felicità; ma, eseguendolo in tutta la sua portata, il frutto è la miseria e la morte.
La luce del vangelo che brilla dalla croce di Cristo rimprovera l’egoismo e incoraggia la generosità e la benevolenza. Non deve essere un fatto deplorevole che si sono moltiplicati gli appelli per donare. Dio nella sua provvidenza chiama il Suo popolo fuori dalla loro sfera limitata di azione, per entrare nell’impresa più grande. Lo sforzo illimitato è chiesto in questo tempo quando le tenebre morali coprono il mondo. Molti del popolo di Dio sono in pericolo di essere intrappolati dalla mondanità e dall’avarizia. Essi dovrebbero comprendere che è la Sua grazia che moltiplica le richieste per i loro mezzi. Gli scopi che chiameranno la benevolenza in azione, devono essere posti davanti a loro, o essi non potranno imitare il carattere del Grande Modello.
Le benedizioni dell’amministrazione
Nell’ordinare ai Suoi discepoli di “andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo a ogni creatura” (Marco 16:15), Cristo assegnò agli uomini l’opera di diffondere il vangelo. Ma mentre alcuni vanno fuori per predicare, egli chiama gli altri di rispondere alle Sue richieste di offerte da loro, con le quali sostenere la sua causa sulla terra. Questo è uno dei modi per elevare l’uomo. È proprio il lavoro di cui ha bisogno l’uomo; perché esso commuove le più profonde simpatie del suo cuore e chiama in esercizio le più alte capacità della mente.
Ogni buona cosa della terra fu posta qui dalla mano generosa di Dio, come una espressione del suo amore per l’uomo. I poveri sono Suoi e la causa della religione è sua. Egli ha messo i mezzi nelle mani degli uomini, affinché i suoi doni divini possono scorrere attraverso i canali umani nel eseguire l’opera stabilita per noi nel salvare i nostri consimili. Ognuno ha il suo lavoro fissato in questo grande campo.
Il onnisciente Dio sapeva che l’uomo deve avere qualcosa da fare affinché la vita potesse essere una benedizione per lui. L’oro e l’argento sono del Signore e se Egli vuole potrebbe farli piovere dal cielo; ma invece di questo, egli ha fatto l’uomo il suo amministratore, affidando a lui i mezzi, non per essere ammucchiati, ma per essere usati per beneficiare gli altri. Egli rende così l’uomo il tramite attraverso il quale distribuire le sue benedizioni sulla terra. Dio progettò il sistema di benevolenza affinché l’uomo potesse diventare, come il suo Creatore, benevole e altruista nel carattere, e alla fine essere un partecipante con lui nella ricompensa eterna e gloriosa.
Radunarsi Intorno alla Croce
L’amore espresso sul Calvario dovrebbe essere ravvivato, fortificato e diffuso fra le nostre chiese. Non faremo tutto quello che possiamo per dare la forza ai principi che Cristo portò a questo mondo? Non ci sforzeremo per stabilire e dare efficienza all’imprese di benevolenze per le quali si fa appello ora senza indugio? Il popolo credente di Cristo deve perpetuare il Suo amore. Questo amore deve attrarli tutti insieme intorno alla croce. Esso deve spogliarli da ogni egoismo e collegarli a Dio e l’un all’altro.
Radunatevi intorno alla croce di Calvario nell’altruismo e nell’abnegazione. Mentre state davanti alla croce e vedete il Principe Reale del cielo che muore per voi, potete chiudere il vostro cuore, dicendo: “No; non ho niente da dare”? Dio vi benedirà quando farete il vostro meglio. Quando vi avvicinate al trono di grazia, quando vi trovate legati a questo trono con la catena d’oro calata dal cielo sulla terra per attrarre gli uomini dall’abisso del peccato, il vostro cuore uscirà nell’amore per i vostri fratelli e sorelle che sono senza Dio e senza speranza nel mondo. – Advent Review And Sabbath Herald, 3 Ottobre, 1907, Vol. 84, No. 40.