Che cos’è lasciato lì per vincere? Perché dopo aver spiegato così chiaramente ai tiepidi Laodiceni ciò che si deve fare per la loro salvezza, la fine del messaggio (Apocalisse 3:21, 22) dice “colui che vince”? Non tutti coloro che ascoltano i preziosi messaggi che si trovano nei versetti precedenti accetteranno l’invito del “testimone fedele e veritiero?”
Il Signore stesso risponde a questa domanda: “molti sono chiamati ma pochi gli eletti” (Matteo 22:14). “Molti cercheranno di entrare e non potranno” (Luca 13:24). “Stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano” (Matteo 7:14).
Sicuramente dopo che comprendono quello che hanno, la “sindrome di Laodicea” molti dovrebbero “comprare dell’oro [di Cristo],” “vesti bianche” e “il collirio” perché “il vero Amore porta al Pentimento Zelante.” Essi sanno che “se qualcuno ascolta la mia voce” la sua speranza di salvezza è sicura. Abbiamo già studiate queste cose ed è così chiaro. Eppure il messaggio è che solo alcuni vinceranno, persino dopo aver ascoltato queste meravigliose promesse.
Allora cosa impedisce a qualcuno di diventare un “vincitore” anche dopo aver ascoltato la presente verità? E quale ricompensa riceveranno coloro che vincono nel periodo di Laodicea?
Identificare il problema
Per essere dei vincitori completi che vivono nel periodo di Laodicea, noi abbiamo bisogno di vedere che cosa dovremmo vincere. Ponendo questa domanda a gruppi di giovani in giro per il mondo, spesso sento le stesse risposte: noi abbiamo bisogno di vincere il peccato, abbiamo bisogno di vincere il diavolo, abbiamo bisogno di vincere le cattive abitudini e così via. Anche se queste cose sono tecnicamente vere, noi mai le vinceremo se evitiamo il più grande nemico che abbiamo.
“L’io è il più grande nemico e giorno dopo giorno ognuno deve sforzarsi per la vittoria.”1
Abbiamo studiato questi meravigliosi messaggi. Ma, esaminando veramente il nostro cuore, in quale condizione ci troviamo? “Il cuore è ingannevole più di ogni altra cosa, e insanabilmente maligno, chi potrà conoscerlo?” (Geremia 17:9). Ma come può essere questo? Leggo gli articoli precedenti e comprendo la mia condizione, il mio bisogno dell’oro spirituale, del collirio, del vestimento bianco e del pentimento. Io sento la voce del Signore che mi chiama. Pertanto, che cosa mi impedisce di raggiungere la condizione del vincitore?
Per quanto sorprendente possa sembrare, solamente una parola mi separa dalla vittoria del vincitore; la parola è “io”. “La santificazione non è l’opera di un momento, di una ora, o di un giorno, ma di tutta una vita. Non si ottiene per mezzo di un sentimento estatico, ma è il risultato di una costante rinuncia al peccato e di vivere costantemente per Cristo.”2
La più grande delusione nella quale possiamo cadere è quella di accettare la verità presente ma non sottomettersi pienamente a Cristo. “Perciò avrò cura di ricordarvi continuamente queste cose, benché le conosciate e siate saldi nella verità che è presso di voi” (2 Pietro 1:12).
“Il messaggio alla chiesa di Laodicea è applicabile a tutti coloro che hanno avuto una grande luce e molte opportunità e tuttavia non le hanno apprezzate.”3
Passi di decadenza
Il mondo è diviso solo in due gruppi, i figli di Dio e gli empi. “Noi sappiamo che siamo da Dio, e che tutto il mondo giace sotto il potere del maligno” (1 Giovanni 5:19).
La ragione della condizione generale di empietà di questo mondo è espressa in queste parole: “Vedete quale amore ci ha manifestato il Padre, dandoci di essere chiamati figli di Dio! E tali siamo. Per questo il mondo non ci conosce; perché non ha conosciuto lui” (1 Giovanni 3:1).
Perciò una fuga dalla condizione di Laodicea e un precursore per diventare un vincitore, è conoscere “Lui”; conoscere Cristo. Ma non possiamo avere un’esperienza con Cristo mentre siamo impegnati nel corteggiamento con questo mondo. “Non amate il mondo né le cose che sono nel mondo. Se uno ama il mondo, l’amore del Padre non è in lui” (1 Giovanni 2:15). “O gente adultera, non sapete che l’amicizia del mondo è inimicizia verso Dio? Chi dunque vuol essere amico del mondo si rende nemico di Dio” (Giacomo 4:4).
Noi scopriamo questi passi di decadenza nell’esperienza di Balaam (Numeri 22). Come profeta, Balaam conosceva la verità. Quando si confrontò con la tentazione (versetti 6, 7), avrebbe dovuto subito mandare via quelli che l’avevano portata. Ma invece egli cercò di compromettersi con l’errore (versetto 8). I suoi stessi desideri egoistici gli impedirono di resistere alla tentazione e di avere un’esistenza completa con il Signore.
“Esistono persone che sembrano cercare continuamente la perla celeste. Ma esse che non rinunciano completamente alle loro cattive abitudini, non sottomettono il proprio io, non muoiono a se stesse perché Cristo possa vivere in loro… Non hanno vinto le loro malsane ambizioni e il loro amore per la mondanità. Non prendono su di sé la croce e non seguono Cristo sul sentiero della rinuncia e del sacrificio. Quasi cristiani sembrano vicini al regno dei cieli ma non riescono ad entrare. Quasi salvati, ma non completamente, significa essere completamente perduti.”4
Sperimentare la croce
Poco prima dell’esperienza del Calvario Cristo disse ai Suoi discepoli che se volevano essere vincitori dovevano avere un’esperienza con la croce. “Se uno vuol venire dietro a me, rinunzi a sé stesso, prenda ogni giorno la sua croce e mi segua” (Luca 9:23). Che cosa significa prendere la vostra croce?
Nel tempo di Cristo la croce aveva solo uno scopo: punire il trasgressore con una morte umiliante. Prendere ogni giorno la croce significa morire ogni giorno all’io. “Ogni giorno sono esposto alla morte; sì fratelli, com’è vero che siete il mio vanto, in Cristo Gesù, nostro Signore” (1 Corinti 15:31).
Questa esperienza ci porta a mettere noi stessi da parte e lasciare che Cristo prenda la guida.
“Dio ha voluto far loro conoscere quale sia la ricchezza della gloria di questo mistero fra gli stranieri, cioè Cristo in voi, la speranza della gloria” (Colossesi 1:27).
“Quando ci sottomettiamo a Cristo il cuore è unito con il Suo cuore, la volontà è fusa nella Sua volontà; la mente diventa una con la Sua; i pensieri sono portati in cattività a Lui; noi viviamo la Sua vita.”5
Noi non possiamo diventare vincitori da noi stessi. “E’ impossibile per noi, uscire dall’abisso del peccato in cui siamo scivolati perché non possiamo cambiare il nostro cuore malvagio. ‘Da chi è impuro non si può trarre nulla di puro ‘ (Giobbe 14:4). ‘Infatti ciò che brama la carne è inimicizia contro Dio, perché non è sottomesso alla legge di Dio e neppure può esserlo‘ (Romani 8:7). L’educazione, la cultura, l’esercizio della volontà, lo sforzo umano, tutti hanno la giusta sfera, ma qui sono impotenti. Possono produrre una correttezza esteriore del comportamento, ma non possono cambiare il cuore; non possono purificare le fonti della vita. Ci deve essere una potenza che opera dal di dentro, una nuova vita dall’alto, prima che gli uomini possano essere cambiati dal peccato alla santità. Quella potenza è Cristo. Solo la Sua grazia può ravvivare le facoltà senza vita dell’anima e attrarla a Dio, alla santità.”6
La cosa reale
Quando vi sottometterete veramente a Cristo avrete una vera esistenza nelle cose di Dio. La religione cesserà di essere una funzione di attività e diventerà invece un’esperienza con il Salvatore. Fino ad ora non siamo stati pronti per sperimentare la gioia della promessa del vincitore nel periodo di Laodicea. “Chi vince lo farò sedere presso di me sul mio trono, come anch’io ho vinto e mi sono seduto con il Padre mio sul suo trono” (Apocalisse 3:21).
La capacità di vincere la tentazione è resa reale quando abbiamo questa completa sottomissione a Cristo. “Vi ho detto queste cose, affinché abbiate pace in me. Nel mondo, avrete tribolazione, ma fatevi coraggio, io ho vinto il mondo” (Giovanni 16:33).
“Combatteranno contro l’Agnello e l’Agnello li vincerà, perché egli è il Signore dei signori e il Re dei re; e vinceranno anche quelli che sono con lui, i chiamati, gli eletti e i fedeli” (Apocalisse 17:14).
“La nostra vita deve essere nascosta con Cristo in Dio. Noi dobbiamo conoscere Cristo personalmente. Solo allora potremo rappresentarLo giustamente al mondo. Si innalzi continuamente la preghiera: ‘Signore, insegnami come fare, come avrebbe fatto Gesù se fosse stato al mio posto.’ Ovunque siamo la nostra luce deve brillare alla gloria di Dio nelle buone opere. Questo è il grande, importante interesse della nostra vita.”7
“Solo conoscendo Cristo possiamo conoscere Dio. L’Inviato di Dio invita tutti ad ascoltare queste parole. Esse sono le parole di Dio e tutti dovrebbero badare ad esse; poiché per esse essi saranno giudicati. Conoscere Cristo che salva deve essere vitalizzato dalla conoscenza spirituale, praticare le Sue parole. Senza questo, tutto il resto non vale niente.
“Cristo venne in questo mondo per rivelare il Padre. Che pazienza, che tenerezza misericordiosa, che compassione divina, che forza di scopo Egli manifestò! Egli non venne meno né si scoraggiò. Egli era l’incarnazione della purezza e il Suo amore era senza paragone. Ad ogni passo Egli praticava l’abnegazione e l’auto – sacrificio. Nella Sua morte Egli divenne la rivelazione della riconciliazione tra Dio e l’uomo. Prendendo la nostra natura, Egli si legò a noi per i secoli eterni. Egli è il nostro rappresentante e il Capo. Egli rappresenta la nostra razza davanti a Dio, portando tutt’ora e per sempre l’umanità della razza. Egli implora davanti al Padre la perfetta giustizia di tutti coloro che Lo accettano.
“Cristo ci invita ad ascoltare le Sue parole, affinché possiamo conoscerLo: “Chi ha orecchi per udire oda’ (Luca 14:35). Non dobbiamo ascoltare come facevano coloro dei quali l’apostolo diceva: “la parola della predicazione non giovò a nulla non essendo stata assimilata per fede da quelli che l’avevano ascoltata’ (Ebrei 4:2). Coloro che ascoltano sono coloro che ascoltano per fede e che fanno seriamente attenzione alle cose che hanno ascoltato, per paura che qualche volta le lasciassero sfuggire.”8
“La santità è alla portata di tutti coloro che la raggiungono per fede, non a motivo delle loro buone opere, ma per i meriti di Cristo. La potenza divina è fornita ad ogni anima che lotta per la vittoria sul peccato e su Satana.”9
“Colui che sta più vicino a Cristo sarà colui che avrà bevuto più profondamente del Suo spirito di amore di auto-sacrificio – amore che ‘non si vanta, non si gonfia, … non cerca il proprio interesse, non s’inasprisce, non addebita il male’ (1 Corinti 13:4, 5) – amore che spinge il discepolo, come spinse il nostro Signore, a dare tutto, a vivere e a lavorare e sacrificarsi persino fino alla morte, per la salvezza dell’umanità.”10
Le ricompense del vincitore “scelto e fedele” possono essere divise in due categorie: 1) le ricompense immediate e 2) le ricompense future.
Le ricompense immediate
Non appena decidete di sottomettervi a Cristo, Egli inizierà a concedervi i Suoi doni speciali. L’apostolo Paolo riassume le ricompense dei fedeli nella sua epistola ai Romani:
“Giustificati dunque per fede, abbiamo pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore, mediante il quale abbiamo anche avuto, per la fede, l’accesso a questa grazia nella quale stiamo fermi; e ci gloriamo nella speranza della gloria di Dio, non solo, ma ci gloriamo anche nelle afflizioni, sapendo che l’afflizione produce pazienza, la pazienza esperienza, e l’esperienza speranza” (Romani 5:1-4).
La prima ricompensa è la pace, la mancanza della quale nel nostro linguaggio moderno è definita come lo stress. Il collegamento con Cristo vi porterà la pace. Per fede avrete accesso alla Sua grazia. Il secondo dono che noi riceviamo immediatamente è la pazienza per trattare con le tribolazioni del nemico. Questo ci darà un’esperienza positiva. E alla fine saremo in grado oggi di sperimentare un piccolo barlume della speranza che abbiamo per il futuro.
“Noi abbiamo bisogno oggi di un’esperienza personale, individuale. Oggi, abbiamo bisogno che Cristo dimori in noi. Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così il Figlio dell’uomo è stato innalzato affinché noi potessimo guardare e vivere. C’è, tuttavia, un piano di salvezza. C’è, comunque, un processo tramite il quale l’anima può essere guarita dalle sue ferite. Guardate all’Uomo del Calvario.”11
Oggi potete avere questa ricompensa! Oggi potete essere un vincitore! Non serve aspettare il futuro per sperimentare le gioie della salvezza. Voi potete iniziare a sperimentare oggi queste cose. Le cose di questo mondo perderanno il loro fascino tentatore quando saremo più vicini ad avere questa meravigliosa esperienza di sottomissione a Cristo.
“Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo , la spada?… Ma, in tutte queste cose noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati” (Romani 8:35, 37).
“Poiché tutto quello che è nato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede” (1 Giovanni 5:4).
“Sono stato crocifisso con Cristo: non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me” La vita che vivo ora nella carne la vivo nella fede del Figlio di Dio, il quale mi ha amato e ha dato se stesso per me.” (Galati 2:20)
“La Bibbia e solo la Bibbia deve essere la regola della nostra fede. Essa è una foglia dell’albero della vita e mangiando da esso, ricevendolo nelle nostre menti, noi cresceremo forti per fare la volontà di Dio. Con il nostro carattere simile a quello di Cristo noi mostreremo che crediamo nella parola, che ci aggrappiamo alla Bibbia come l’unica guida verso il cielo. Così saremo epistole viventi, conosciute e lette da tutti gli uomini, portando una testimonianza vivente della potenza della vera religione.
“Se non riceviamo la religione di Cristo alimentandoci della parola di Dio, non saremo idonei per entrare nella città di Dio. Avendo vissuto con il cibo della terra, avendo educato i nostri gusti per amare le cose mondane, non saremmo idonei per le corti celesti; non potremmo apprezzare la pura, celeste corrente che circola in cielo. Le voci degli angeli e la musica delle loro arpe non ci soddisferebbero. La scienza del cielo sarebbe un enigma per le nostre anime. Abbiamo bisogno di aver fame e sete della giustizia di Cristo; abbiamo bisogno di essere modellati dall’influenza trasformatrice della Sua grazia, affinché possiamo essere idonei per la compagnia degli angeli celesti.
“Da noi stessi, non possiamo ottenere né praticare la religione di Cristo; poiché i nostri cuori sono ingannevoli più d’ogni altra cosa; ma Gesù Cristo, il grande medico delle anime, il quale, con infallibile capacità, può leggere il cuore dell’uomo meglio di quanto non lo possa fare lui stesso, ci ha mostrato come possiamo essere purificati dal peccato.”12
Non aspettate di avere un’esperienza con Cristo in cielo. Sarà troppo tardi. Abbiate quell’esperienza oggi e iniziate a ricevere le vostre ricompense subito.
Ricompense future
Avendo sperimentato la pace, la gioia e la speranza su questa terra, voi sarete preparati per ricevere tutte le ricompense del vincitore. Come vincitori del periodo di Laodicea avete il diritto a sei grandi ricompense:
1. Essere risparmiati dalle sette ultime piaghe che verranno sulla terra (Apocalisse 3:10).
2. Quando Cristo verrà, riceverete un nome nuovo (Apocalisse 2:17).
3. Mangiare direttamente dall’albero della vita (Apocalisse 2:7).
4. Potere sulle nazioni (Apocalisse 2:26).
5. Accesso al tempio in cielo (Apocalisse 3:12).
6. Trascorrere l’eternità con Cristo (Apocalisse 3:21).
“Nella Bibbia l’eredità dei salvati è chiamata ‘patria’ (Ebrei 11:14-16). Là, il Pastore celeste guiderà il suo gregge alla fonte dell’acqua della vita. L’albero della vita produrrà il suo frutto ogni mese e le sue foglie sono destinate alle nazioni. Vi sono dei ruscelli inesauribili, limpidi come cristallo, fiancheggiati da alberi maestosi che proiettano la loro ombra sui sentieri preparati per i riscattati del Signore. Vi sono vaste pianure che sfociano nelle meravigliose colline, mentre i monti di Dio innalzano le loro cime maestose. Su quelle pianure tranquille, accanto a quei limpidi ruscelli, il popolo di Dio, che è stato così a lungo straniero e pellegrino, troverà finalmente la sua casa.”13
“Là i redenti ‘conosceranno come sono stati conosciuti’. L’amore e la simpatia che Dio stesso ha ispirato al nostro cuore si esprimeranno nella sincerità e nella dolcezza. Una pura comunione con gli esseri santi, una vita di relazioni positive con gli angeli e i fedeli di ogni età, che hanno lavato le loro vesti e le hanno imbiancate nel sangue dell’Agnello, i sacri vincoli che uniscono ‘…ogni famiglia nei cieli e sulla terra…’ (Efesi 3:15) tutto questo costituirà la felicità dei redenti.”14
“A mano a mano che trascorreranno gli anni dell’eternità, vi saranno sempre più grandi e più gloriose rivelazioni di Dio e del Cristo. Poiché la conoscenza è progressiva, aumenteranno anche l’amore, il rispetto e la felicità. Più gli uomini conosceranno Dio, più essi ammireranno il Suo carattere. Mentre Gesù dischiuderà agli eletti le ricchezze della redenzione e i meravigliosi risultati conseguiti nella grande lotta contro Satana, i cuori dei redenti palpiteranno di un amore più intenso e con gioia faranno vibrare le loro arpe d’oro, mentre milioni di voci si leveranno in un coro di lode.”15
“Se dunque siete stati risuscitati con Cristo, cercate le cose di lassù dove Cristo è seduto alla destra di Dio. Aspirate alle cose di lassù, non a quelle che sono sulla terra; poiché voi moriste e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio. Quando Cristo, la vita nostra, sarà manifestato, allora anche voi sarete con lui manifestati in gloria.” (Colossesi 3:1-4).
Riferimenti
1 The Signs of the Times, 26 agosto 1897.
2 Gli uomini che vinsero un impero, p. 352.
3 The Faith I Live By, p. 306.
4 Parole di vita, p. 74.
5 Idem, p. 216.
6 La via migliore, p. 18 [Enfasi aggiunta].
7 Testimonies, vol. 6, p. 121.
8 The Signs of the Times, 27 gennaio 1898.
9 The SDA Bible Commentary [E.G. White Comments], vol. 7, p. 908.
10 Gli uomini che vinsero un impero, p. 340.
11 The Review and Herald, 9 aprile 1889.
12 Idem, 4 maggio 1897.
13 Il gran conflitto, p. 528.
14 Idem, p. 529. 15 Idem, p. 530.